Inquinamento a Milano: sempre la solita triste storia

Mentre Milano supera già da 3 settimane la soglia di PM10 consentita, le misure messe in campo non risolvono il problema e persino l'ecopass sembra aver perso di efficacia. Intanto i politici sembrano preoccupati di ben altro.

di Andrea Boretti

Il problema dell'inquinamento a Milano è un problema storico, e la sconfortante puntualità con cui ogni inverno si registrano dati sempre uguali se non in peggioramento, toglierebbe ogni voglia di parlare dell'argomento.

Ma la situazione è grave, cronica direi e va affrontata e denunciata per quello che è perché solo così si potrà spingere qualche governante a dimenticare per un secondo i propri interessi e a occuparsi invece della salute dei propri elettori.

Allora cominciamo col dire che dopo i successi del 2008 dell'ecopass (soli 78 giorni oltre soglia), nel 2009 si è registrato un netto passo indietro (più di 100 i giorni oltre soglia) e anche a Gennaio 2010, come ogni anno, i PM10 hanno superato per oltre tre settimane consecutive i limiti stabiliti per legge. Continuiamo col dire che il blocco del traffico di domenica scorsa è stata la solita mossa propagandistica volta a far passare il messaggio che si sta facendo qualcosa. Concludiamo, infine, l'elenco dei fatti raccontando come l'estensione dell'ecopass alle euro 4 senza filtro anti-particolato legato alla quantità di PM10 presenti in atmosfera registrata giorno per giorno, è un'operazione più unica che rara, con gli automobilisti che non sanno se possono o meno circolare, se devono o meno pagare l'ecopass (5 euro) - ieri sì, oggi no, domani forse...

Ma il problema dell'inquinamento a Milano è da sempre legato a quello delle politiche urbanistiche della città, politiche sempre più interessate agli affari dei privati che agli interessi del pubblico. Come dice giustamente Massimo Fini su "Il Fatto quotidiano" citando l'architetto Henry Van de Velde: "Una città è fatta di pieni ma anche di vuoti".

Di pieni ce ne sono a Milano, sono molti e sono di cemento, di vuoti ce ne sono pochi e il sindaco Moratti e il già tre volte Presidente di Regione Formigoni stanno pensando bene di riempirli come dimostrano le operazioni di zona porta Garibaldi che hanno riversato in città altre tonnellate e tonnellate di cemento per edifici che rimarranno vuoti o quasi, ma soprattutto hanno cancellato uno dei pochi boschi spontanei, una delle poche zone verdi di Milano, quel parco sorto sul terrapieno delle ex-varesine dove ora faranno "la città della moda", meglio ribattezzabile "città senza moda" visto che gli stilisti già hanno detto che non ci andranno. E tutto questo perché, per l'inquinamento? Di certo no – il verde aiuterebbe a contenerlo – tutto questo viene fatto per il classico e intramontabile "odore dei soldi".

Volendo essere sinceri fino in fondo, non è poi neanche necessario guardare a questi grandi cantieri per capire la sensibilità verso l'ambiente dei nostri politici. Il vice-sindaco De Corato dopo la cacciata di Edoardo Croci prese le sue deleghe per il traffico ma è ben noto che il braccio destro della Moratti ha sempre parlato di rendere il traffico più scorrevole e non di ridurlo come invece in una città come Milano ci sarebbe bisogno.

Ora, pare che nei prossimi giorni una perturbazione atlantica arriverà sulla Lombardia. I politici già tirano un sospiro di sollievo perché sanno che così i livelli di PM10 scenderanno. Ma davvero dobbiamo sperare nella pioggia per risolvere il problema dell'inquinamento? Già vedo Lady Moratti e Toro Seduto Formigoni fare la danza della pioggia in cima al nuovissimo e vuotissimo palazzo Lombardia.

4 Febbraio 2010 - Scrivi un commento