Eppure è sufficiente osservare quello che è successo a fine luglio con l'approvazione dopo vent'anni della cosiddetta "pillola abortiva" per avere un'ennesima prova di quanto la cultura della sofferenza sia profondamente impregnata nel nostro paese, specialmente la sofferenza femminile.
Di cosa sto parlando? Unico tra tutti i paesi europei, l'Italia, oltre ad aver approvato questa pillola con notevole ritardo rispetto ai paesi civilizzati, prescrive la necessità di un ricovero ospedaliero tra il momento dell'assunzione della pillola e l'avvenuta espulsione dell'embrione.
Il fatto che in tutti i Paesi che adottano questo ritrovato da molti anni questa necessità non sia assolutamente sentita dimostra che ancora una volta quello che si vuole fare, ammantato di giustificazioni pseudo mediche, è ribadire il concetto di criminalizzare e colpevolizzare le donne. In pratica, rendere sempre più difficile il loro diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo, ribadire una concezione tutto sommato criminogena dell'interruzione di gravidanza, ridurre l'utilizzo di questo ritrovato a qualcosa che assomigli il più possibile ad un intervento chirurgico che necessita comunque di un ricovero ospedaliero.
Del resto, le religioni patriarcali, che hanno come loro fondamento un presunto dettato divino,"tu, uomo, ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte e tu, donna, partorirai con dolore", hanno creato fin da subito questa differenza: il lavoro per l'uomo, il dolore per la donna.
Ed ecco che storie private, caratterizzate indubbiamente da sofferenza e scelte dolorose, ancora una volta vengono affrontate con un criterio che non può essere definito in altro modo che punitivo.
Ho inoltre proposto, tra le altre modalità, quella dello sbattezzo: un sistema semplice ed economico per "tirarsi fuori" e non consentire alle gerarchie cattoliche di affermare che oltre il 90% degli italiani "appartiene" a loro.
Dal momento che uno dei grossi alibi per rimandare all'infinito le scelte è la pigrizia, e molte persone – abituate senza dubbio a navigare in rete e ritrovare informazioni magari in siti remoti, asiatici od africani – trova quest'ottima scusa per non concretizzare un'eventuale scelta, e sottolineo la parola scelta, di uscire da questo meccanismo, ho pensato di proporre in questo articolo le istruzioni semplici concrete per lo sbattezzo.
Quello che bisogna fare è semplicissimo: è sufficiente inviare una raccomandata ricevuta di ritorno al responsabile della chiesa nella quale si è stati battezzati, contenente il modulo che ora riporto, compilato in ogni sua parte.
Secondo la legge italiana, entro breve tempo dovrà ricevere a sua volta una raccomandata dalla responsabile di tale chiesa che conferma la trascrizione sui registri della chiesa stessa della dichiarata intenzione di non far più parte della chiesa cattolica.
Semplice, ma continuo a notare come sembri in realtà estremamente difficile e questo conferma i profondi condizionamenti pavloviani per cui alla fine è più semplice e comodo "lasciare le cose come stanno", magari per non urtare la sensibilità di un parroco....
Si tratta di un vezzo tipicamente italiano: lamentarsi del governo, della chiesa, della situazione generale in chiacchiere da bar o da scompartimento ferroviario senza mai fare assolutamente nulla.
Molti anni fa Giorgio Gaber in una canzone descriveva l'avanzata di una dittatura inframmezzata da un ritornello:
"E l'Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar"...
Bene, con queste istruzioni e con il modulo che seguirà a queste mie parole, voglio semplicemente permettere ad ognuno di valutare realmente se vuole essere cattolico (e per questo continuo a dire che un vero cattolico deve esserlo non solo di facciata ma seguire e rispettare tutti i precetti e gli insegnamenti di quella religione, come qualunque musulmano o ebreo per esempio fa, oppure scegliere di smettere di esserlo ed agire in conseguenza).
Negli articoli precedenti alcuni lettori hanno commentato che tutto sommato questo è un atto che non cambia nulla. Mi chiedo però se avrebbero pensato la stessa cosa al momento di uscire da un partito fascista dopo la seconda guerra mondiale e ancora una volta mi rivolgo in particolare a tutte quelle donne sul cui corpo si gioca una partita politica, a tutti quei medici che trovano lecita un'obiezione di coscienza nei confronti dell'aborto ma la considerano criminale nei confronti dell'alimentazione forzata e dell'accanimento terapeutico in casi come quello di Welby od Englaro...
Il fatto è che a tutte queste cose ci si è fatta l'abitudine ed il condizionamento dei mass media toglie all'individuo, in un paese come l'Italia, la facoltà di pensare ed osservare e lascia, nel migliore dei casi, quella di lamentarsi: non a caso i mass media, intrisi di sofferenza e di interviste ai parenti di qualunque incidente (si pensi allo sguazzare nella sofferenza e nel dolore altrui in casi come il terremoto d'Abruzzo), fanno perfettamente il gioco di quelle religioni che sulla sofferenza umana basano il loro potere.
È chiaro che persone nella piena espressione del loro libero arbitrio, felici e libere di vivere la propria passione e di scoprire la Scintilla Divina che hanno dentro, libere di crescere e di realizzare la divinità che c'è in ogni essere vivente, vedrebbero chiaramente la pochezza intellettuale e spirituale di queste religioni.
Anche per questo, automaticamente, chi denuncia le storture applicate dalle religioni patriarcali, viene subito etichettato come ateo: la maggior parte dei mezzi di comunicazione non fa che ribadire quanto l'unico modo per vivere la spiritualità sia appartenere alle religioni istituzionalizzate.
Molti anni fa, quando ho ricevuto per esempio l'iniziativa al Kalachakra dalla realtà dal Dalai Lama a Barcellona, nel confrontarmi con una realtà estremamente ricca di amore, spiritualità e di un vero lavoro personale, ho constatato per l'ennesima volta quanto sia povera di spiritualità, povera di amore, povera di divino tutta l'impalcatura creata dalle suddette religioni patriarcali.
Mi fermo qui, di seguito troverete il formulario legale per lo sbattezzo tratto dal sito dell’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), vi invito a prendervi un momento e guardarvi allo specchio e chiedervi: "sono e voglio continuare ad essere cattolico, coerente con tutti gli insegnamenti di tale religione, e con le conseguenze di tali insegnamenti in termini di diffusione dell’Aids, di fame nel mondo, di violenza sul corpo delle donne eccetera, o Scelgo di iniziare a pensare con la mia testa e di lasciar parlare la luce che c'è nel mio cuore?"...
Raccomandata A/R
Al Parroco della parrocchia di:………………………………
indirizzo………………………………
………………………………
data …………………………
OGGETTO: istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.
Io, sottoscritt__ ……………………………………..., nat__ a ………………….………..., il ………………..…..., residente a ……………………………………………..………....., con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.
Essendo stat_ sottopost_ a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerat_ aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.
Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente richiesta entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine alla soprascritta istanza; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi intendo immediatamente ricorrere all’autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta ad un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.
Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere
dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 ed alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.
Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.
Si allega fotocopia del documento d'identità.
Distintamente.
Firma ……………….………
[AVVERTENZA: prima di inviare la richiesta è indispensabile leggere le informazioni pubblicate sul sito dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (www.uaar.it) nella sezione Laicità, scheda Sbattezzo, paragrafo “Cosa bisogna fare per non essere considerati più cattolici?”]
1 Settembre 2009 - Scrivi un commento
Magari non si beve il latte e non si mangiano le uova, ma l'embrione, il piccolo uomo, si può buttare nel cesso.
Comunque la si pensi, questa è una cultura della morte incompatibile con i Terranauti.
Pura ideologia e ipocrisia: cannibalismo.