Biocarburanti: impariamo ad autoprodurli

Roy Virgilio attraverso il suo libro “Biocarburanti fai-da-te” ci fa conoscere il mondo dei biocarburanti, dalla loro composizione chimica, all’origine, dai vantaggi ai limiti e persino la possibilità di autoprodurli.

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di Laura Vella

biocarburanti fai da te
La copertina del libro di Roy Virgilio Biocarburanti fai-da-te
Molti potrebbero non sapere. Alcuni tra noi vorrebbere essere più “sostenibili” e provare in qualche modo a migliorare la qualità della nostra vita aiutando il pianeta. L'ignoranza delle cose che non ci appartengono principalmente, non deve essere, per questo, un motivo per non indagare sulle diverse possibilità che altri hanno analizzato.

Ad esempio, io, di carburanti e biocarburanti non ho mai avuto grande conoscenza. Al di là del sapere che ci sono, o meglio ci sarebbero, tecnologie tanto avanzate da permettere di utilizzare non solo i carburanti attuali ma anche altri mezzi meno inquinanti, non avevo mai approfondito l'argomento.

Roy Virgilio, invece, si occupa di energie rinnovabili da molti anni e nel suo testo Biocarburanti fai-da-te, analizza in modo molto comprensibile diversi aspetti della questione.

Anzitutto ci porta a conoscenza di alcune caratteristiche dei biocarburanti, specificandone la composizione chimica, l'origine, i vantaggi e i limiti rispetto ad altri carburanti.

Non manca l'analisi dei dati circa il consumo di carburante e la quantità corrispettiva di spazio per coltivazioni atte ai biocarburanti. Nel testo Virgilio dimostra una conoscenza approfondita delle critiche che potrebbero essere fatte e ad esse pone risposte e spiegazioni esaustive e concrete.

Nella seconda parte del testo viene affrontata la possibilità di autoprodurre biocarburanti. In questa fase, almeno io, mi sono sentita una “piccola chimica”: la possibilità, seguendo le istruzioni di provare a far funzionare la mia auto con motore diesel semplicemente attraverso olio, mi ha lasciato fantasticare sulla semplicità delle cose.

Al di là di ciò che il libro permette di apprendere in modo tecnico e pratico, è proprio la riflessione sulla possibilità dei mezzi che già abbiamo: la conoscenza che non viene utilizzata per lasciare spazio ai grandi monopoli delle compagnie petrolifere la dice lunga intorno al sistema politico-economico in cui viviamo.

Basterebbe pensare solo che la prima automobile costruita da Rudolph Diesel nel 1893 andava proprio a olio di canapa e cereali. Nonostante ciò le più grandi lotte si svolgono per il controllo delle zone ricche di petrolio, per il monopolio e il controllo di un mezzo a noi tutti utile. Forse l'alternativa è nell'autoproduzione?

Nel frattempo, mentre qualcuno pensa a detenere il potere e altri a farsi vittima del monopolio, respiriamo aria sempre più inquinata e dannosa. Consapevoli dei danni che il nostro corpo è costretto a subire, non rallentiamo il passo, non cediamo alla possibilità che un' altra possibilità è già.

Nonostante tutto questo è necessario sottolineare quanto effettivamente non sia facile andare al supermercato, comprare una bottiglia di olio di colza o di semi e aggiungerlo al normale diesel. La legge italiana lo vieta. Non è possibile, senza pagare una pena ovviamente, “sgassare” per le strade e far sì che una pattuglia della Guardia di Finanza possa sentire un olezzo di fritto uscire dalla nostra auto. Questo sarebbe troppo!

In effetti in Italia la legge n. 504 del 1995 parla chiaro: “(...) usato come carburante, come combustibile, come additivo ovvero per accrescere il volume finale dei carburanti e dei combustibili (...)” per cui anche miscele in percentuale inferiore al 5% (soglia massima degli additivi) costringe al pagamento dell'accisa.

Sembrerebbe in questo modo, che, come al solito, in Italia alcuni prodotti naturali, originariamente, non possano essere utilizzati senza pagarne o una tassa o una pena. Si sottolinea nuovamente quanto un bene pubblico venga “privatizzato” per convenienza al fine di incrementare l'erario.

Ad onor del vero è utile riportare come nel 2007 al comma 380 della finanziaria si può leggere: “E' esentato dall'accisa, entro un importo massimo di 1 milione di euro per ogni anno a decorrere dall'anno 2007, l'impiego ai fini energetici nel settore agricolo, per autoconsumo nell'ambito dell'impresa singola o associata, dell'olio vegetale puro”.

Non voglio a questo punto esprimere ulteriori considerazioni circa le politiche in atto. La consapevolezza delle cose, attraverso la conoscenza riportata negli studi, è il primo passo verso l'emancipazione dalla tirannia.

PER SAPERNE DI PIU' SULL'ARGOMENTO
Biocarburanti Fai-Da-Te

Biocarburanti fai da te è il titolo dell'ultima novità editoriale delle edizioni aam terra nuova. il primo e...
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27 Agosto 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
16/6/09 04:53, anonimo caretto caretto ha scritto:
Bella l'idea di far andare il motore con la pianta da balcone, ma per fare dell'olio ci vogliono dei campi.

Dunque, o si tagliano delle foreste oppure si convertono dei campi destinati all'alimentazione. Cio' implica un'aumento dei prezzi... In parole povere la moda del bio carburante si traduce in un nuovo modo di affamare i paesi del terzo mondo!

la novità é un'altra : il motore ad acqua, di cui le indsutrie petrolifere detengono il segreto da decenni.

Sono completamente d'accordo nel fare il parallelo con il consumo di carne : usiamo tonnellate di cereali, per dar da mangiare agli animali, che potrebbero bastare a milioni di uomini.
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