Aiutare la Terra acquistando carbon offsets

Una tendenza che sta prendendo sempre più piede: neutralizzare le emissioni di CO2 investendo in energie rinnovabili e finanziando concrete azioni in aiuto dell'ambiente. Ecco le organizzazioni che iniziano a muoversi in questo campo e le aziende che operano a loro sostegno.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google

di Miriam Giudici


Da poco il vasto pubblico ha cominciato a prendere familiarità con un concetto nuovo nel campo della difesa dell'ambiente: quello di carbon offset.

Si tratta di due termini che è meglio cercare di spiegare, piuttosto che di tradurre, in italiano. Il termine “carbon” indica infatti l'anidride carbonica (CO2), principale responsabile dell'effetto serra, mentre il verbo “to offset” significa “mitigare”: l'idea è infatti quella di neutralizzare, compensare le emissioni di CO2, in tanti modi diversi.

Sappiamo bene che molte delle nostre attività, legate al consumo di fonti energetiche non rinnovabili, portano a un aumento della presenza di gas serra nella nostra atmosfera: un carbon offset è una sorta di “credito” che acquistiamo da alcune organizzazioni che operano nel campo della protezione dell'ambiente, e che si impegnano per noi a investire quel denaro in tante azioni che compensano la misura-base di una tonnellata di CO2.

Quali azioni? Soprattutto, occupandosi del rimboschimento di aree colpite dalla deforestazione e sostenendo sia progetti relativi allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, sia progetti in generale volti al contenimento della domanda di energia.

Si tratta quindi di un concetto complementare, ma differente, da quello della riduzione delle emissioni: alla base dei carbon offsets c'è l'idea di pagare del denaro per compensare le nostre emissioni; ma mentre questa pratica è già messa in atto dagli stati e dalle amministrazioni pubbliche in termini di politiche che incentivano l'uso di energie “pulite” (e prende il nome di emissions trading), il concetto di carbon offset punta sull'iniziativa individuale, sulla volontà del privato (azienda o singolo) di prendersi la responsabilità di parte dell'inquinamento che produce, e di impegnarsi a compensare, neutralizzare in modo mirato una certa azione che ha necessariamente comportato emissioni di gas serra.

Carbon offsets sono venduti soprattutto da compagnie che operano nel campo della produzione di energia eolica e solare, o da organizzazioni che operano per la difesa dell'ambiente. Crescono anche le aziende che propongono ai clienti di acquistare per loro carbon offsets a compensazione dell'inquinamento prodotto dalle aziende stesse per soddisfare proprio le esigenze del cliente: sono soprattutto compagnie aeree che danno la possibilità di comprare crediti volti a neutralizzare le pesanti emissioni prodotte da un viaggio aereo.

Un vero e proprio mercato che in Italia è ancora poco conosciuto, e che presenta qualche insidia.


Si stanno infatti moltiplicando le proposte di carbon offsets di diverso tipo: su www.carbonfound.org si può pagare per compensare le emissioni della propria automobile, a seconda del carburante usato e delle sue dimensioni; www.terrapass.com ci aiuta (ma solo se abitiamo negli USA, per ora) a calcolare quanta energia consuma in un anno la nostra abitazione, e ci propone di acquistare i relativi crediti; www.climatecare.org ci dà modo a quantificare le emissioni di auto, abitazione e viaggi aerei, e con il suo calcolatore “quick offsets” converte velocemente una certa quantità di anidride carbonica nel costo in sterline dell'investimento necessario a neutralizzarla (per la cronaca: il “costo” di una tonnellata di CO2 è indicato in 7,50 sterline inglesi, cioè circa 9,80 euro). L'ultimo citato è il sito forse più “amichevole” e di uso immediato che abbiamo trovato: propone la conversione in carbon offsets di una miriade di attività (compresa... l'organizzazione di un matrimonio con relativa luna di miele), e invita a considerare l'acquisto di crediti come una idea regalo “verde”.

Tuttavia, ci sono offsets e offsets. Innanzitutto, alcune azioni “di riequilibrio” sembrano preferibili ad altre: c'è chi sostiene che piantare alberi sia un'azione meritoria, ma che tuttavia investire sull'energia eolica e sull'energia solare ha più effetti a lungo termine e soprattutto ha un reale legame con la diminuzione dell'uso di combustibili fossili. Su www.cleenair-coolplanet.org è scaricabile una guida, in inglese, che aiuta a orientarsi in questo mondo che ha volte ha confini piuttosto vaghi, e che stila un elenco che pone le domande fondamentali a cui un'organizzazione che vuole vendere carbon offsets deve rispondere: un “buon” carbon offset, infatti, dovrebbe essere legato a progetti specifici, la cui esistenza dipende proprio dalla vendita di quegli offsets; progetti legati a un'ampia azione di educazione ambientale e soprattutto progetti che rispondono a uno standard internazionale.

Esiste infatti uno strumento che consente di avere indicazioni sulla serietà di chi vende carbon offsets: si tratta del Gold Standard, approvato dalle maggiori associazioni ambientaliste come Greenpeace, WWF e David Suzuki Foundation. I progetti che rispondono al Gold Standard sono appunto progetti che rispondono ai criteri di cui sopra e che riguardano solamente il miglioramento dell'efficienza energetica o la diffusione dell'uso di fonti rinnovabili, escludendo esplicitamente le questioni relative ai rimboschimenti.


Inoltre, sono tutti progetti che hanno luogo in paesi in via di sviluppo, che non devono (per ora) sottostare agli obiettivi del protocollo di Kyoto.

Potersi riferire a uno standard internazionale e super partes è importante, specialmente quando si ha a che fare con concetti nuovi: immaginiamo che il consumatore italiano – forse già poco incline all'idea di pagare di sua spontanea volontà per compensare le emissioni che produce – possa essere particolarmente scettico davanti alla proposta di spendere soldi per dei progetti in effetti poco tangibili, promossi da organizzazioni che da noi sono sconosciute.

L'auspicio è però che anche nel nostro Paese passi il concetto che siamo anche e soprattutto noi cittadini i responsabili diretti di una grossa parte delle emissioni che produciamo, e che è necessaria un'azione individuale, che parte da noi e ci tocca direttamente – anche nel portafoglio – nel fare in modo che queste emissioni siano ridotte o neutralizzate.

Fonti:

www.davidsuzuki.org/Climate_Change/What_You_Can_Do/carbon_offsets.asp

La guida di Cleanair-Cooplanet:

www.cleanair-coolplanet.org/ConsumersGuidetoCarbonOffsets.pdf

Le FAQ sul Gold Standard a cura del WWF:

www.panda.org/about_wwf/what_we_do/climate_change/solutions/business_industry/offsetting/gold_standard_qa/index.cfm

www.terrapass.com

www.carbonfound.com

www.climatecare.org

2 Marzo 2008 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo
PAROLE CHIAVE
LIBRI CONSIGLIATI
Un Futuro Senza Luce?

Il nostro sistema energetico spreca e disperde nell'atmosfera più energia di quanta ne utilizzi....
Continua...
Salvare l'Ambiente Conviene

Quello di Jacopo Fo è un libro di valide e ragionevoli alternative all’insegna di un duplice...
Continua...
EBooks - Come Evitare la Trappola Nucleare

Anteprima ebook 1987: con un referendum abrogativo gli italiani dicono NO al nucleare.2007: nonostante la...
Continua...
Risparmiare sui Consumi

Risparmiare energia, ridurre i consumi, riciclare correttamente i rifiuti: ecco una guida agile per...
Continua...
ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI
LINK ESTERNI
TERRANAUTA TV
Alex Zanotelli e la privatizzazione dell'acqua
Altri video su TERRANAUTA TV...
ARTICOLI CORRELATI
ULTIMI COMMENTI
gian_paolo ha commentato l'articolo Nucleare e salute, un'altra ragione per dire no
carlo ha commentato l'articolo Quel che resta del Polo
linda maggiori ha commentato l'articolo Latte materno, diossine e Pcb
Simone ha commentato l'articolo Prahlad Jani, l'asceta che si autoalimenta da 74 anni
grazia ha commentato l'articolo Orti urbani: sostenibilità e socialità