Si tratta di due termini che è meglio cercare di spiegare, piuttosto che di tradurre, in italiano. Il termine “carbon” indica infatti l'anidride carbonica (CO2), principale responsabile dell'effetto serra, mentre il verbo “to offset” significa “mitigare”: l'idea è infatti quella di neutralizzare, compensare le emissioni di CO2, in tanti modi diversi.
Sappiamo bene che molte delle nostre attività, legate al consumo di fonti energetiche non rinnovabili, portano a un aumento della presenza di gas serra nella nostra atmosfera: un carbon offset è una sorta di “credito” che acquistiamo da alcune organizzazioni che operano nel campo della protezione dell'ambiente, e che si impegnano per noi a investire quel denaro in tante azioni che compensano la misura-base di una tonnellata di CO2.
Quali azioni? Soprattutto, occupandosi del rimboschimento di aree colpite dalla deforestazione e sostenendo sia progetti relativi allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, sia progetti in generale volti al contenimento della domanda di energia.
Si tratta quindi di un concetto complementare, ma differente, da quello della riduzione delle emissioni: alla base dei carbon offsets c'è l'idea di pagare del denaro per compensare le nostre emissioni; ma mentre questa pratica è già messa in atto dagli stati e dalle amministrazioni pubbliche in termini di politiche che incentivano l'uso di energie “pulite” (e prende il nome di emissions trading), il concetto di carbon offset punta sull'iniziativa individuale, sulla volontà del privato (azienda o singolo) di prendersi la responsabilità di parte dell'inquinamento che produce, e di impegnarsi a compensare, neutralizzare in modo mirato una certa azione che ha necessariamente comportato emissioni di gas serra.
Carbon offsets sono venduti soprattutto da compagnie che operano nel campo della produzione di energia eolica e solare, o da organizzazioni che operano per la difesa dell'ambiente. Crescono anche le aziende che propongono ai clienti di acquistare per loro carbon offsets a compensazione dell'inquinamento prodotto dalle aziende stesse per soddisfare proprio le esigenze del cliente: sono soprattutto compagnie aeree che danno la possibilità di comprare crediti volti a neutralizzare le pesanti emissioni prodotte da un viaggio aereo.
Un vero e proprio mercato che in Italia è ancora poco conosciuto, e che presenta qualche insidia.
Tuttavia, ci sono offsets e offsets. Innanzitutto, alcune azioni “di riequilibrio” sembrano preferibili ad altre: c'è chi sostiene che piantare alberi sia un'azione meritoria, ma che tuttavia investire sull'energia eolica e sull'energia solare ha più effetti a lungo termine e soprattutto ha un reale legame con la diminuzione dell'uso di combustibili fossili. Su www.cleenair-coolplanet.org è scaricabile una guida, in inglese, che aiuta a orientarsi in questo mondo che ha volte ha confini piuttosto vaghi, e che stila un elenco che pone le domande fondamentali a cui un'organizzazione che vuole vendere carbon offsets deve rispondere: un “buon” carbon offset, infatti, dovrebbe essere legato a progetti specifici, la cui esistenza dipende proprio dalla vendita di quegli offsets; progetti legati a un'ampia azione di educazione ambientale e soprattutto progetti che rispondono a uno standard internazionale.
Esiste infatti uno strumento che consente di avere indicazioni sulla serietà di chi vende carbon offsets: si tratta del Gold Standard, approvato dalle maggiori associazioni ambientaliste come Greenpeace, WWF e David Suzuki Foundation. I progetti che rispondono al Gold Standard sono appunto progetti che rispondono ai criteri di cui sopra e che riguardano solamente il miglioramento dell'efficienza energetica o la diffusione dell'uso di fonti rinnovabili, escludendo esplicitamente le questioni relative ai rimboschimenti.
Potersi riferire a uno standard internazionale e super partes è importante, specialmente quando si ha a che fare con concetti nuovi: immaginiamo che il consumatore italiano – forse già poco incline all'idea di pagare di sua spontanea volontà per compensare le emissioni che produce – possa essere particolarmente scettico davanti alla proposta di spendere soldi per dei progetti in effetti poco tangibili, promossi da organizzazioni che da noi sono sconosciute.
L'auspicio è però che anche nel nostro Paese passi il concetto che siamo anche e soprattutto noi cittadini i responsabili diretti di una grossa parte delle emissioni che produciamo, e che è necessaria un'azione individuale, che parte da noi e ci tocca direttamente – anche nel portafoglio – nel fare in modo che queste emissioni siano ridotte o neutralizzate.
Fonti:
www.davidsuzuki.org/Climate_Change/What_You_Can_Do/carbon_offsets.asp
La guida di Cleanair-Cooplanet:
www.cleanair-coolplanet.org/ConsumersGuidetoCarbonOffsets.pdf
Le FAQ sul Gold Standard a cura del WWF:
www.panda.org/about_wwf/what_we_do/climate_change/solutions/business_industry/offsetting/gold_standard_qa/index.cfm
www.terrapass.com
www.carbonfound.com
www.climatecare.org