Conscio di avere una manualità scarsa, dicono di me che sono nato con due braccia sinistre, ho sempre rifuggito qualsiasi lavoro manuale, quindi io per primo mi sono sorpreso quando mi è venuta l’idea avvicinarmi all’orticoltura. Alcuni amici mi hanno messo in guardia con il detto “l’orto vuole l’uomo morto” ed io, che non voglio morire (almeno per ora), lo scorso anno ho pensato di “gabbare” il frutto della saggezza popolare facendo la mia prima esperienza di orticoltura sul balcone di casa.
C’è da premettere che io abito al secondo piano di una palazzina in centro città e non ho giardino, quindi ho utilizzato come terreno di prova le fioriere del balcone che giacevano inutilizzate da anni.
Lo scorso anno ho mangiato i miei saporitissimi pomodori, ma avendo fatto alcuni errori la mia resa è stata scarsa. Durante l’inverno ho studiato ed ho cercato di frequentare orticoltori più titolati di me per carpire piccoli suggerimenti. Quest’anno, a metà marzo, ho messo mano alle mie fioriere. Mi sono fatto regalare da un contadino amico un po’ di terra di campo e l’ho mischiata al terriccio dei miei vasi preparando il campo. Mi ero ripromesso di seminare i semi di pomodoro raccolti lo scorso anno dai pomodori che ho mangiato, ma non sono riuscito ad organizzare il mio semenzaio. Pertanto, dopo aver dato un occhio alla luna ed aver chiesto al mio ortolano di fiducia, il 2 maggio ho piantato 15 piantine acquistate per pochi centesimi cadauna presso un vivaio biologico della mia zona; 5 di pomodoro comune, 5 di Pachino e 5 di Datterino. Piantando, ho avuto l’accortezza di mettere nella buca un pizzico di concime organico in granuli e poi tanta acqua.
Il mio amico ortolano mi ha insegnato a fare la “sfemminellaruta”, cioè la soppressione dei germogli ascellari (cercate in Rete) e quest’anno mi ha convinto a dare anche il verderame.
Il verderame secondo lui deve essere spruzzato ogni 15/20 giorni nella fase di accrescimento della pianta. Senza farmi l’invidia, sono ottimista sul raccolto di quest’anno.
Vi terrò al corrente delle evoluzioni del mio orto da balcone.
Da questa e da altre esperienze di autoproduzione, sto imparando molto. Certo, sto verificando gli effetti della fotosintesi clorofilliana, ma anche che c’è tanta gente pronta a trasmettere il proprio sapere. Nello specifico, provate a “dare chiacchiera”, magari nel tardo pomeriggio, ad un qualsiasi orticoltore che sta curando il suo orto familiare. Saranno prodighi di consigli e vi trasmetteranno la loro passione. I più solerti si offriranno di venire presso il vostro pezzetto di terra per insegnarvi “i fondamentali”, come la divisione delle aiuole. Per esempio, uno di questi “Giardinieri di Dio”, quando ha saputo che facevo esperimenti in vaso, mi ha suggerito di seminare la Misticanza, cioè insalata mista da taglio che ben si presta a piccoli spazi e quindi ai balconi. L’ho fatto ed ho mangiato la mia insalata.
Ma, a parte la potenza della fotosintesi, la cosa che ho verificato e che più mi ha stupito è l’interesse di mio figlio di 5 anni nei confronti di questa attività. È felice quando andiamo al vivaio ed ama sporcarsi con la terra. In parole povere, vuole sempre piantare. È attento a verificare la crescita dei nostri pomodori e sogna il giorno nel quale, trovato finalmente un pezzetto di terra dove fare il nostro orto, andremo a comprare gli attrezzi del mestiere.
Potenza dell’Orticoltura Felice.
27 Maggio 2009 - Scrivi un commento