Oltre alle componenti organiche volatili individuate in quantità preoccupanti, principale delle quali il tetracloroetene generalmente utilizzato nella produzione di solventi, le analisi hanno evidenziato anche la presenza generalizzata di arsenico che in alcuni casi nell’acqua ha superato di 180 volte i livelli limite. I pericoli per la salute umana, determinati dalla concentrazione dei composti chimici, sono potenzialmente molto elevati e vanno da un banale giramento di testa al danneggiamento dei tessuti epatici, renali e del sistema nervoso centrale, alla compromissione del sistema immunitario, alle malformazioni fetali, al rischio di patologie tumorali.
Le amministrazioni locali e le autorità sanitarie italiane, peraltro mai informate ufficialmente della cosa, non sembrano avere preso molto sul serio la questione e non hanno finora richiesto copia dei dati dell’indagine. Ben più seriamente al contrario sembra avere interpretato i risultati la Marina statunitense, che ha deciso l’avvio di una seconda analisi che terminerà a fine 2009 e andrà ad interessare altre 210 abitazioni occupate da personale statunitense in una vasta area che comprenderà sempre le province di Napoli e Caserta.
Curiosamente la maggior parte delle inchieste concernenti lo stato di avvelenamento del suolo e dell’acqua in Campania continuano ad arrivare dall’estero. Già nel 2004 fu l’autorevole rivista The Lancet Oncology a definire “triangolo della morte” la zona compresa fra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, nell’ambito di un’inchiesta concernente l’altissima incidenza di patologie tumorali presente nel territorio, dopo due inchieste condotte dalla rivista Newsweek che avevano portato alla luce i devastanti effetti delle innumerevoli discariche illegali di rifiuti tossici presenti in loco. Adesso è la volta della Marina statunitense, mentre le autorità sanitarie italiane continuano a tacere.
7 Maggio 2009 - Scrivi un commento
Da quando la base militare di Agnano (a Napoli) è stata trasferita a Gricignano di Aversa (a Caserta), la maggiorparte delle famiglie dei militari che vivevano fuori dalla base si è trasferita nei comuni limitrofi alla base: Teverola, Carinaro, Casal di Principe, ecc. Per uno strano caso (tutto italiano), l'housing (l'ente che assegna gli alloggi alle famiglie) ha ritenuto opportuno segnalare abitazioni più o meno anomale (di proprietà non proprio chiara, diciamo che centrano strani gruppi organizzati del casertano).
In pratica, è molto probabile che le abitazioni analizzate siano allacciate ad una rete idrica "abusiva" che fa riferimento a possi di emungimento "abusivi": il tutto per non pagare le bollette.
Tutto ciò dimostrato dalle analisi dell'ArpaCampania che non rileva anomalie nell'acqua distribuita dalla rete "ufficiale". Ovviamente tutto ciò non fa scandalo a nessuno...