L’equiparazione tra "l’essere naturale" e "l’essere di origine animale" viene sempre sapientemente esaltata in chiave positiva e spesa dalle case di moda che perseguono come fine un incremento delle vendite e del prezzo stesso. È il caso delle pellicce, ad esempio, per cui capita a volte di imbattersi in etichette su guarnizioni di pelo animale che recitano “pelliccia vera: prodotto naturale che rispetta l’ambiente” .
Il marketing, si sa, non si ferma di fronte a nulla pur di vendere e attua operazioni di comunicazione che si fondano sull’emotività e sulle sensazioni superficiali degli acquirenti, ben sapendo che pochi di loro avranno la voglia e il tempo di approfondire e di riflettere su ciò che gli viene proposto. È difficile, questa è la triste realtà, che il cliente arrivi a realizzare che un animale chiuso per tutta la sua breve vita in una gabbia grande quanto se stesso e poi scuoiato (spesso anche vivo) è tutto fuorché qualcosa che si possa definire “naturale” e che i liquami e gli escrementi prodotti dall’allevamento, nonché i prodotti chimici ad altissimo tasso di tossicità utilizzati per la conciatura, siano al contrario dannosissimi per l’ambiente.
Questa soffice e calda imbottitura contiene infatti una sofferenza indicibile: quella delle oche che, per realizzare quella trapunta, sono state spennate vive, senza anestesia, tra sofferenze così atroci che alcune di loro muoiono addirittura di crepacuore durante la crudele operazione. Le oche vengono di regola spennate ad appena 2 mesi di vita, quando sono quindi ancora dei pulcini e le loro piume sono molto morbide. Dopo averle afferrate con violenza, appese per il collo e aver loro legato le zampe, le lavoranti, con una freddezza e un’indifferenza raggelante (vedi video), strappano tutte le piume delle povere vittime che si contorcono e urlano dal dolore, impotenti sotto le mani di operaie ormai assuefatte ad infliggere torture.
Le oche, così traumatizzate e spogliate del loro piumaggio, vengono ributtate nel recinto; giaceranno a terra tremanti, per ore, in uno stato di apatia e di vero shock, sofferenti per il freddo e per le ferite aperte provocate dalla violenza dello strappo durante lo spiumaggio. Dopo due mesi l’operazione verrà ripetuta, e poi per altre 2 volte. A circa 8 mesi di vita quindi, quando la qualità delle piume comincia a risentire dei ripetuti ‘strappi’, per alcune oche, le più fortunate, il calvario finirà, in maniera cruenta ma comunque finirà: verranno uccise per decapitazione e la loro carne venduta. Le altre invece andranno incontro ad una delle più atroci torture che l’uomo si stato mai in grado di escogitare sugli animali: l’ingozzamento forzato per la produzione di fegato grasso d’oca. Per settimane le oche verranno iperalimentate forzatamente, con un imbuto infilato nel becco fin giù nello stomaco, affinché il loro fegato si ammali e diventi enorme, fino a 10 volte la dimensione normale; poi saranno ‘pronte’ e quindi uccise.
Le piume d'oca possono oggi essere facilmente sostituite con imbottiture sintetiche, come ad esempio l’ovatta di poliestere, già largamente utilizzata nei divani, ma anche nei giacconi e nei piumoni da letto.
Sebbene molti oggetti che ci circondano siano realizzati con piume strappate agli animali, non è difficile evitarli perché le alternative esistono e sono validissime, tanto che già hanno conquistato parte del mercato dei prodotti imbottiti. Per dare un contributo fattivo alla fine della barbarie di cui sono vittime le oche è necessario che i consumatori si soffermino a verificare ogni qualvolta si apprestano ad acquistare una trapunta, un giaccone imbottito, un divano, un sacco a pelo, un cuscino o altro quale sia il loro contenuto. La verifica è molto semplice e non comporta particolari indagini in quanto le etichettature in questo caso sono sempre molto chiare: lì dove vi è il piumino d’oca stiamo pur certi che viene sempre riportato in etichetta in quanto è considerato un fattore di pregio ed il prezzo è sensibilmente più alto.
I principali paesi che adottano questo procedimento crudele sono la Polonia, l’Ungheria e la Romania, dove circa il 60% della piuma prodotta viene ottenuta con la spiumatura dell'oca viva. Il maggior produttore rimane l’Est Asiatico, specie per il piumino d'anatra, ed in particolare la Cina, che detiene questo e molti altri tristi primati: principalmente le fattorie della bile, dove gli orsi asiatici vengono imprigionati a vita per la mungitura della loro bile e gli allevamenti di procioni, cani e gatti, rinchiusi e poi scuoiati vivi per la vendita all’ingrosso della loro pelliccia alle case di moda di tutto il modo.
Fra i paesi produttori di piumino d’oca da citare anche Islanda, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Canada, infine l'Italia. In Svizzera la spiumatura delle oche vive è vietata dalla legge, ma comunque è ammessa l’importazione delle piume ottenute in quel modo.
È possibile e doveroso non rimanere indifferenti nei confronti di questi metodi di produzione, che senza dubbio non fanno onore alla nostra società.
3 Maggio 2009 - Scrivi un commento
Come al solito l'ignoranza è il nostro più grande nemico.