Legambiente

In Sicilia la mafia mette le mani sull'eolico

"La mancanza di regole favorisce infiltrazioni criminali in settori fortemente remunerativi". Questo il commento di Legambiente in seguito agli arresti effettuati nell’ambito di un’operazione dedicata agli appalti illegali e alle infiltrazioni mafiose nella realizzazione di parchi eolici sull’isola.

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impianto_eolico
La mancanza di regole favorisce infiltrazioni criminali in settori remunerativi come l'eolico
“L’eolico è un business vantaggioso e non stupisce quindi l’interesse della criminalità organizzata in uno dei settori portanti dell’economia del futuro. A rendere poi il gioco più facile in Sicilia è il contesto particolarmente privo di regole, legato in massima parte alla discrezionalità degli amministratori”.

Così Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, commenta la notizia degli arresti effettuati ieri mattina nell’ambito di un’operazione dedicata agli appalti illegali e alle infiltrazioni mafiose nella realizzazione di parchi eolici sull’isola.

“Ad oggi il meccanismo per la realizzazione degli impianti in Sicilia non garantisce che il soggetto capace di ottenere l’autorizzazione sia lo stesso che poi interviene nell’oggettiva realizzazione e gestione del parco eolico - ha sottolineato Fontana -. Con grandi spazi di intervento per la criminalità organizzata che è sempre interessata ai lavori di movimento terra, gestione del cemento ecc”.

“E’ evidente - ha aggiunto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - l’urgenza di intervenire con un piano normativo concreto, in grado di garantire la legalità degli appalti e di tutte le fasi di realizzazione degli impianti eolici, sia per bloccare questa nuova frontiera del business mafioso, sia per garantire il corretto sviluppo di una fonte rinnovabile e pulita, capace di offrire occupazione e futuro ad una terra già devastata da interessi criminali e clientelismi”.

17 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
11/3/09 11:22, piero ha scritto:
900 mila euro per promuovere la raccolta differenziata? TOZZI! MARRAZZO!
E DI CARLO ? Dal sito della Regione Lazio leggo:
• 1987–1990 Tecnico nel nuovo Ufficio Valutazione Impatto Ambientale della Provincia di Roma.
Legambiente
• 1991–1993 Presidente della Legambiente Lazio. Coordinatore scientifico di molte campagne ambientaliste promosse da Legambiente Nazionale. Membro della Commissione sulle acque di Balneazione del Ministero della Sanità
• 1993–1995 Direttore Generale di Legambiente nazionale
• Coordinatore del programma della prima candidatura di Francesco Rutelli a Sindaco di Roma
• 1995–1997 Presidente di AMA e
Presidente della Commissione Scientifica per l’Emergenza dei Rifiuti della Regione Campania
• 1997–2002 Presidente di ATAC, STA e COTRAL
• 2002–2005 Assessore alla Mobilità del Comune di Roma
• 2005–2008 Consigliere regionale del Lazio
• Dal 19 giugno 2008 Assessore alle Politiche della casa della Regione Lazio

Dico: N O V E C E N T O M I L A E U R O ? Spesi PER “insieme facciamo la differenza”

Di Carlo ex direttore GENERALE di LEGAMBIENTE NAZIONALE HA DICHIARATO : «A tutti e due ci piace andare a mangiare, che c….zo ne so, la coda alla vaccinara, capito? Nel mondo che vive lui, co chi c…zo ce va, co' Caltagirone a mangiare la coda alla vaccinara?

PERCHE’ tutti continuano a chiamarmi con nomi strani? E io sotto il mio fico, sorrido e grido:

<<<<<<“PADRE”, perdonali perché non sanno quel che fanno!>>>>>>
<<<>>>

Mi piace cambiare: non posso sempre essere NAPOLEONE! Spesso FACCIO I MIRACOLI !
“”LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PARCHI! “”
E per i probabili futuri “chiodi ” ho l’antitetanica!

Legambiente, più ATTENTA allo sviluppo delle rinnovabili.

LEGAMBIENTE ATTENTISSIMA!

I motivi comprendeteli leggendo:
Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani e coordinatore del Comitato Nazionale del Paesaggio in Lucania, si è preso la briga di pubblicare una lettera in cui il presidente regionale e consigliere nazionale di Legambiente, Gianfranco Di Leo, chiedeva all’amministratore delegato della Fri-el S.p.a. (industria che realizza centrali eoliche) 5 7 . 0 0 0 e u r o! (più Iva OVVIAMENTE)
«per la promozione, gestione e realizzazione sia del Piano di comunicazione integrata che delle attività di accompagnamento e facilitazione delle iniziative imprenditoriali sul territorio».

E CHE TUTTI SAPPIANO ALLORA IL “VOSTRO IMPEGNO” PER IL PIANO DI COMUNICAZIONE INTEGRATA! SIETE CONTENTI? Chissa quante adesioni e offerte riceverete anche per merito mio, che DIFFONDO quanto semplicemente leggo!

PERFETTAMENTE IN LINEA CON:

ARRESTATO UN CONSIGLIERE NAZIONALE DI LEGAMBIENTE
TREVISO - Un consigliere nazionale di Legambiente, Maurizio Trupiano, 42 anni, di Bagnatica (Bergamo), é stato arrestato dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri con l'accusa di aver ricevuto 10 mila euro dal titolare di un'impresa bergamasca, la GTM, coinvolta nell'inchiesta "Bonnye e Clide" sul traffico illecito di rifiuti. L'indagato, secondo quanto si è appreso, è accusato di estorsione. I carabinieri del Noe, coordinati dal Gruppo tutela ambiente di Treviso, hanno tra l'altro sequestrato un'Alfa 164 che sarebbe stata acquistata e donata dalla GTM all'uomo che è tra l'altro consigliere regionale lombardo e presidente provinciale di Bergamo di Legambiente.

Il coinvolgimento di Trupiano nasce dalle indagini della 'Bonnie e Clyde'' che, in due fasi, (marzo prima e ottobre 2005 poi) aveva portato il Nucleo Operativo Ecologico di Brescia, a sgominare un sodalizio accusato di essere dedito al traffico illecito di rifiuti in varie regioni del Nord Italia, arrestando 5 persone, tra cui un dirigente della Provincia di Bergamo, e procedendo a 32 sequestri (7 relativi ad impianti) e ad una trentina di perquisizioni. Nell'inchiesta era finita anche la GTM di Ghisalba (Bergamo) che venne sequestrata e poi, a distanza di mesi, dissequestrata dall'autorità giudiziaria. Già prima che l'azienda entrasse nell' attività investigativa del Noe, Trupiano, secondo quanto hanno accertato gli investigatori, avrebbe più volte fatto visita all'azienda, millantando possibili problemi a quest'ultima (nell'ambito ambientale) grazie al suo ruolo di dirigente di Legambiente che gli consentiva un rapporto con le istituzioni e le forze dell'ordine, ma anche con i media. L'indagato si sarebbe fatto vivo di nuovo con il proprietario della GTM,, T.G., poco dopo il dissequestro di quest'ultima. Con l'imprenditore, Trupiano avrebbe nuovamente millantato possibili fastidi all' azienda, ma la faccenda si sarebbe potuta accomodare dietro il pagamento di una certa somma di denaro. Ieri sera è avvenuto l'incontro tra i due, e l'imprenditore gli ha consegnato 10 mila euro. A quel punto sono intervenuti i carabinieri del Noe di Brescia, gli stessi che qualche hanno fa, per la loro attività a tutela dell'ambiente, erano stati premiati da Trupiano, in qualità di presidente di un premio letterario a Cavernago (Bergamo), organizzato dall'associazione ambientalista. I militari dell'Arma avrebbero accertato che l' indagato si sarebbe fatto consegnare dal titolare della GTM altri 50 mila euro. Nella perquisizione domiciliare dell'uomo il Noe ha sequestrato documentazione ritenuta interessante ai fini dell'inchiesta.


MA GRAZIE A DIO, il vento politico è cambiato!

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