Per capire se e quando la rottamazione comporta effettivamente un beneficio per l’ambiente, vanno considerati i reali bilanci energetici e di carbonio. Infatti non è detto che un’auto di ultima generazione (euro 4 o 5) consumi meno di un’auto di 8-10 anni fa, a meno di non scegliere veicoli di cilindrata e peso più piccoli, con emissioni specifiche inferiori rispetto a ciò che si va a sostituire. Tra l’altro seppure la scelta di un’auto nuova determina alcuni benefici in merito alla riduzione di determinate emissioni nocive, poco sposta proprio per quanto riguarda la CO2, il principale gas serra responsabile dei cambiamenti climatici. Infine va considerato il ciclo di vita del prodotto (Life Cycle Assessment), comprese la quantità di energia complessivamente richiesta per realizzarla, le risorse – tra cui anche l’acqua – utilizzate nel ciclo produttivo, i rifiuti prodotti nel processo di smaltimento. Il costo energetico medio di un'automobile è stato calcolato in almeno 15-18.000 kWh, cui corrisponderebbe l’emissione di circa 8.000-9.500 kg di CO2, un valore molto significativo, che equivale a quanto emetterebbe un’auto di medio-picola cilindrata nel percorrere tra 57.000 e 68.000 km.
Oggi in Italia si sta pensando di concedere agevolazioni a automobili che emettono meno di 140g di CO2 per Km, ma la UE ha già stabilito un limite di emissione entro il 2012 di 120g di CO2 per km: va quindi assunto questo limite, se non uno addirittura inferiore, per fare in modo che l’incentivazione pubblica rappresenti una vera e propria catalizzazione in senso ambientale del parco auto italiano, iniziando finalmente una politica strategica di riduzione delle emissioni a livello nazionale, almeno nel trasporto privato.
5 Febbraio 2009 - Scrivi un commento