Lampade a basso consumo ed elettrosmog

Continua la polemica sollevata dal Centre de recherche et d´information sur les rayonnements électromagnétiques (Criirem) con la messa in guardia del sugli effetti della lampade fluoro compatte a basso consumo. Ma altri studi smentiscono. Proviamo a "far luce".

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Nel 2007 uno studio del Criirem rendeva noto che, a differenza delle lampadine ad incandescenza, il campo elettrico di quelle fluoro compatte da 20 a 11 Watt raggiungeva ad una distanza di 20 centimetri i 180 volt/metro (V/m), con picchi di 100 – 300 V/m, e che occorreva una distanza di almeno un metro dall’utilizzatore per ottenere valori “ambiente”.

Secondo il Criirem si tratterebbe di campi elettrici «suscettibili di perturbare gravemente i beni e le persone» e l’associazione sconsigliava di utilizzare le lampade a basso consumo per illuminare comodini delle camere da letto e scrivanie degli uffici e invitava i produttori di lampade a porre rimedio a questo inquinamento elettrico. Gli industriali del settore (e diverse associazioni ambientaliste) non hanno preso molto bene il dossier del Criirem, parlando apertamente di discredito infondato. Per loro il pericolo non esiste e la European lamp companies federation (Elc) ha detto che a sua conoscenza «i campi emessi rispettano le soglie di esposizione internazionali in vigore (fissate a 87 V/m)». L´Elc cita i dati di uno studio svizzero del 2004 che misurava le radiazioni a 30 cm dalle lampade fluorocompatte e attestava l’assenza di rischio per la salute delle persone. Uno studio ripreso nel 2007 anche in un rapporto dell’Association française de l´eclairage che comprende 1.400 installatori ed istituzioni pubbliche che si occupano di illuminazione.

Ma secondo Criirem quelle misurazioni sono incomplete e non tengono conto dell’irraggiamento tra 1 e 10 MegaHertz «dove si situa il grosso degli irraggiamenti che abbiamo rilevato. A queste frequenze, le norme europee diventano più severe, limitando a 28 V/m l´intensità delle emissioni elettromagnetiche applicabili per la salute».

Secondo Criirem questo è in violazione della direttiva Ue sulla compatibilità elettromagnetica delle attrezzature elettroniche ed elettromagnetiche (2004/108/CE), «Noi siamo per le lampade a basso consumo a economia di energia - dice Michèle Rivasi, presidente del Criirem – ma non si può rimproverare ad un’associazione d’informare il pubblico e i consumatori dell’esistenza di un problema di inquinamento elettromagnetico che li riguarda e li tocca direttamente».

In Francia, a cercare di dirimere la questione e le polemiche è intervenuta l’Agence de l´Environnement et de la Maîtrise de l´Energie (Ademe) che ha convocato tutte le parti interessate per trovare un accordo comune e condiviso per una nuova campagna di misurazione più rappresentativa delle lampade a basso consumo presenti sul mercato, in particolare dei nuovi modelli che Criirem non sembra avere preso in considerazione.

«Tutte le lampade testate dal Criirem non sono cattive – dice a Novethic.fr. Hervé Lefevbre, esperto di illuminazione dell’Ademe - Alcuni modelli sono al di sotto della soglie ammesse, salvo che non si sa precisamente quali. La Criirem non ha voluto comunicare questi dati». Tutto questo affannarsi intorno a dati che sembrano parziali e in parte superati anche dalla direttiva Energy using product del 2005, potrebbe essere reso vano dalla lampadina a basso consumo con un filtro antiradiazioni realizzata dell’Its, un’impresa del Principato di Monaco specializzata nella protezione e nella sicurezza elettronica. La nuova lampada Its, già pronta per la diffusione sul mercato, eliminerebbe completamente ogni emissione a 50 cm. di distanza da una lampada da 20W, ed a 20 cm. ci sarebbero solo 1,8 V/m à 20 cm, 40 volte meno delle emissioni elettromagnetiche di una lampada “classica” a basso consumo di energia. Il prezzo delle nuove lampade ad emissioni zero sarebbe tra i 6 ed i 7 euro per quelle da 9 a 20 W.

Fonte Greenreport.

5 Febbraio 2008 - Scrivi un commento
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