L’opera, costata circa 500 milioni di dollari (342 milioni di euro) e costruita in 10 anni, sembra esser cresciuta naturalmente dal suolo del Golden Gate Park. E lo stesso Renzo Piano, innamoratosi subito del progetto, ha confessato di aver passato ore e ore a osservare il parco californiano per riuscire a trovare un modo per integrare il nuovo museo.
Trasparenza ed integrazione con il vicino parco hanno quindi rappresentato un punto fermo su cui concepire un museo «visivamente e funzionalmente collegato al paesaggio naturale circostante, che solleva metaforicamente una porzione del parco per collocarvi sotto un edificio» spiega l’architetto genovese.
Il rispetto dell'ambiente è stato il principio ispiratore che ha guidato l’intera costruzione dell’edificio. la nuova sede dell’Accademia delle Scienze californiana è infatti il risultato di un attento studio che ha considerato gli aspetti fondamentali della progettazione sostenibile, divenendo una sorta di laboratorio per la dimostrazione di un possibile modo di costruire che non risulti dannoso per la Terra.
Innanzitutto, il 95% dei materiali degli edifici preesistenti, che sono stati demoliti, è stato riciclato e riutilizzato nel nuovo, così da ridurre notevolmente la quantità di materiale dismesso destinato alle discariche. La metà del legname da opera proviene da foreste gestite in modo sostenibile, mentre il 68% del materiale isolante, come quello di rivestimento delle pareti, è stato ricavato dal riciclaggio di vecchi blue jeans usati.
La peculiare struttura del tetto condiziona naturalmente la temperatura dei locali sottostanti e raccogliere circa 13 milioni di litri d’acqua piovana all'anno, che viene in gran parte riutilizzata dal museo.
Un grande lucernario sulla “coperta verde” si apre sulla piazza centrale attorno alla quale sono organizzate le diverse funzioni, mentre un sistema computerizzato permette di aprire e chiudere diversi lucernari più piccoli per permettere il passaggio della luce naturale all’interno ed agevolare la ventilazione naturale della brezza del Pacifico. Tutto ciò consente la quasi totale assenza di aria condizionata.
Inoltre, l’intero edificio è stato circondato da una sorta di baldacchino di vetro su cui sono state integrate delle celle fotovoltaiche, attraverso le quali l'edificio genera il 15 % dell'energia elettrica che consuma.
Quanto al museo, è stato progettato per indagare sulle due questioni fondamentali “come si è evoluta la vita” e “come si fa a sopravvivere”, ed ospiterà delle esposizioni sugli effetti dei cambiamenti climatici in California e l’evoluzione delle specie in Madagascar e nelle Isole Galapagos.
È vero, concepire architetture sostenibili e rispettose dell’ambiente oggi ha ancora dei costi elevatissimi, ma proprio per questo è importante che opere grandiose, le quali ricevono finanziamenti di proporzioni straordinarie come la California Academy of Sciences, si impegnino in tal senso per diventare esempio per città ecologiche possibili.
16 Dicembre 2008 - Scrivi un commento