Di quale energia rinnovabile si tratta? Lo Cascio immagina soprattutto lo sfruttamento di energia solare attraverso pannelli solari, ma “tutto dipende dalla domanda e dai prestiti delle banche”. Il gruppo META ha quindi condotto una ricerca in 21 paesi europei, cercando di capire che tipo di prestiti e investimenti conviene fare.
I risultati trovano consenso tra tutti i conferenzieri: gli investimenti più fruttiferi sono quelli finanziati sia da enti pubblici che da privati. Le banche concedono dei “green fund gains”, ovvero dei prestiti con interessi bassi, ai produttori di RET. Lo stato invece fa la sua parte esentando da tassazione questi prestiti, che però non devono superare i 47.000 euro.
Questo sistema è tuttora in atto nei Paesi Bassi; anche in Spagna e in Svizzera sono in vigore sistemi simili. Sembra proprio una cosiddetta “win-win situation”: tutti ne escono vincitori e soddisfatti.
La loro ricerca mostra che in alcuni paesi, come Grecia e Italia, per tradizioni culturali chiedere un prestito viene ancora percepito come una specie di peccato. Inoltre, né le banche né i cittadini si fidano molto delle RET: si tratterebbe di prodotti raffinati di cui capiscono difficilmente il funzionamento.
Per questo secondo Lorenzo Lo Cascio ci vorrebbero delle garanzie che coprano sia i costi del prodotto, che quelli della sua applicazione e manutenzione. I produttori di RET sono pronti a concedere delle garanzie?
Alcune garanzie sì, ma non quelle richieste: il produttore di pannelli solari Solarcentury, ad esempio, garantisce che montando dei pannelli nella propria casa le bollette di riscaldamento ed elettricità non aumenteranno per almeno 25 anni. “Il pareggio dell’investimento si otterrà dopo circa dieci anni” spiega il capoufficio di Solarcentury, Neil Perry, “se decidete di vendere la casa dopo un anno, varrà molto di più, quindi quello dei pannelli solari non è un costo, ma un investimento”.
“La loro introduzione però dovrebbe arrivare per ultima nella successione degli investimenti” sostiene Johannes Fechner dell’iniziativa austriaca Klima:aktiv, “le RET e le EET (tecnologie per efficienza energetica) di una casa devono venir incorporate con un certo ordine: non ha senso tappezzare di pannelli solari una casa che disperde molto calore.”
Ma quante famiglie sono pronte a spendere 73.000 euro nella ristrutturazione della loro casa?
Si torna al problema presentato da Lorenzo Lo Cascio: “Anche se inizialmente non sarà facile da regolare, gli aiuti di enti sia pubblici che privati sono uno dei due fattori essenziali nella produzione di RET ed EET. L’altro è la consapevolezza dei cittadini per quel che riguarda problemi climatici e possibili soluzioni”.
14 Dicembre 2008 - Scrivi un commento