Legambiente

Ilva di Taranto capofila delle industrie inquinanti in Italia

Urgono interventi di risanamento a tutela della popolazione e dell’ambiente condannatI a subire gli effetti nefasti di una produzione tipica dell’archeologia industriale.

CONDIVIDI: Condividi su Facebook Condividi su Ok Notizie Condividi su Fai Informazione Condividi su del.icio.us Condividi su Twitter Condividi su Digg Condividi su Technorati Condividi su Google


La città di Taranto, per la felicità dei suoi abitanti, si distingue per una singolare particolarità. Quella del primato italiano nelle emissioni in atmosfera di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa), di diossina, di piombo, di mercurio, di benzene, emissioni quasi tutte concentrate nell'impianto Ilva.

Aria irrespirabile e dannosa per l’ambiente e per la salute delle persone condannate a subire gli effetti nefasti di una produzione tipica dell’archeologia industriale.

La questione di Taranto ha dichiarato Stefano Ciafani, il responsabile scientifico di Legambiente che ieri insieme ai responsabili di Legambiente regionale e locale, ha incontrato il presidente della Regione Vendola e i responsabili dell’Arpa sarà assolutamente prioritaria nelle azioni di Legambiente contro l’inquinamento atmosferico. Abbiamo apprezzato l’impegno della Regione e dell’Arpa nel voler affrontare con nuovi mezzi la grave questione e abbiamo offerto il nostro contributo concreto per raggiungere una giusta soluzione.

Il primo punto da affrontare in tal senso - ha sottolineato Ciafani - riguarda l’abbassamento della concentrazione di diossina, previsto per l’impianto di Taranto fino a 3,5 nanogrammi per metro cubo, mentre per la Ferriera di Servola di Trieste, per esempio, il limite massimo consentito sarebbe di 0,4 ng/mc di diossine.

Differenza senza senso e che non si giustifica in nessuna maniera. Ci auguriamo quindi un intervento concreto da parte del Ministero dell’Ambiente per imporre all’Ilva, in tempi brevi, l’ammodernamento impiantistico con le tecnologie già disponibili sul mercato.

28 Ottobre 2008 - Scrivi un commento
Ti � piaciuto questo articolo? Cosa aspetti, iscriviti alla nostra newsletter!

E-mail
Un lettore ha commentato questo articolo:
5/6/09 12:26, leonardo ha scritto:
ma cosa aspettano a farla chiudere??? è una fabbrica strutturata proprio per un inquinamento unico , e chissà ancora quanti morti farà dentro e fuori li dentro!!!
Arianna Editrice
Macro Credit
Mappa Mondo Nuovo
IN VETRINA
A partire da quest'estate, molte località italiane diventano balneabili "per decreto". In altre parole interi tratti di costa vengono dichiarati balneabili, non perché meno inquinati, ma solo perché è cambiata la legge. Legambiente denuncia la questione come un passo indietro in tema di depurazione, che lascia un deficit imbarazzante ad uno dei Paesi più industrializzati al mondo.
SITO UFFICIALE
PAROLE CHIAVE
LIBRI CONSIGLIATI
Mutamenti Climatici

Quante volte abbiamo ascoltato con una punta di scetticismo chi ci parlava di mutamenti di clima?Eppure negli...
Continua...
Fermiamo Mr. Burns

1987: con un referendum abrogativo gli italiani dicono NO al nucleare.2007: nonostante la decisione del...
Continua...
Risparmiare sui Consumi

Risparmiare energia, ridurre i consumi, riciclare correttamente i rifiuti: ecco una guida agile per...
Continua...
Ecologia Profonda

In questo libro vengono distinti per chiarezza due tipi di ecologia: una “ecologia di...
Continua...
Terra il Pianeta Prezioso

Inquinamento, deforestazione, mutamenti climatici, animali in via di estinzione... Proteggere la Terra non...
Continua...
ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI
ARTICOLI CORRELATI
ULTIMI COMMENTI
gian_paolo ha commentato l'articolo Nucleare e salute, un'altra ragione per dire no
carlo ha commentato l'articolo Quel che resta del Polo
linda maggiori ha commentato l'articolo Latte materno, diossine e Pcb
Simone ha commentato l'articolo Prahlad Jani, l'asceta che si autoalimenta da 74 anni
grazia ha commentato l'articolo Orti urbani: sostenibilità e socialità