Quando, poi, infilo nel contenitore blu le bottiglie una a una si capisce proprio quello che pensano, una specie di vignetta gli si materializza sul cruscotto: sono un’allocca, una che guarda troppa televisione, che si lascia impressionare dai falsi allarmismi sulla storia dell’inquinamento e soprattutto una che crede davvero alla sorte di quei rifiuti separati.
Loro, invece, non hanno tempo né voglia di lavorare al posto del Comune, loro hanno già tanto a cui pensare tra figli, mutuo e bollette. La fatica di vivere diventa lasciapassare per qualsiasi comportamento inferiore alle norme di civile convivenza.
E si cullano nel pensiero, in realtà per niente consolatorio, che tanto alla fine quei rifiuti verranno mischiati di nuovo, in barba a tutto il nostro impegno, e nessuno rispetterà veramente la differenza di destinazione. Il cattivo funzionamento di tante cose in Italia, ma forse si dovrebbe dire di una certa Italia, ha indotto comprensibilmente i cittadini a un comportamento passivo prima, connivente poi rispetto all’etica dei comportamenti e alla sopraffazione altrui.
Un po’ come accade -ovviamente da sempre e ancora per molto tempo- con la questione dei raccomandati. Nessuno, davvero, per quanto finga un iniziale disappunto, si meraviglia ormai di una telefonata fatta a favore di qualcuno o di una parentela che giustifica la presenza di alcuni assunti al posto di qualcun altro.
Siamo serenamente abituati al fatto che le cose vanno in questo modo e non sia possibile invertire la rotta. Non sopravvive in noi la convinzione che un fondo di buonsenso e di giustizia possa averla vinta su tanti banali soprusi. Così, probabilmente, va anche per i piccoli comportamenti quotidiani. Non so se andando in vacanza -quando cioè siamo in un posto dove nessuno ci conosce e probabilmente non torneremo mai più- le cose possano migliorare.
Insomma, con questo tempo a disposizione in più, potremmo permetterci di allargare un po’ la visione del nostro solitamente piccolo mondo e aumentare la consapevolezza che nessun futuro succederà singolarmente. Siamo e saremo sempre legati da un destino comune, in cui le conseguenze eventualmente negative ricadranno su chi non ha responsabilità dirette.
Naturalmente vale anche per il bene compiuto e la correttezza con cui si opera. Quindi modificando ciò che possiamo, intanto noi stessi, daremmo il via a una differenza migliorativa in grado di determinare cose anche molto lontane da noi. Forse gli automobilisti che mi guardano tornare indietro a mani vuote e con aria soddisfatta non lo sanno, ma è la strada sotto le loro finestre che ho liberato dall’odore tossico della spazzatura.
29 Luglio 2008 - Scrivi un commento
In questo modo ogni "non azione" a favore della Qualità della VITA sociale collettiva, ha un suo alibi; perchè devo (!?) farlo IO se non lo fanno sopratutto quelli altri !!!???
Ecco perchè in ognuno di NOI, nessuno escluso, c' è una grande forza inespressa che è pronta a dare i suoi copiosi e "buoni" frutti se solo NOI lo vogliamo; come (!?), con la forza potente e sempre valida dell'ESEMPIO civico ed etico !!!
SDEI