Questi i fatti: nel Luglio del 2007, il WWF fa analizzare l'acqua dei rubinetti della Val Pescara, provenienti dai Pozzi Sant'Angelo, a valle delle megadiscariche abusive di Bussi, riscontrando alte concentrazioni di contaminanti. A Bussi, infatti, sono state riscontrate una marea di sostanze nocive, sepolte accuratamente e scivolate inesorabilmente nelle falde e nei pozzi.
Megadepositi abusivi che hanno generato acqua che l'Istituto superiore di sanità ha dichiarato «non idonea al consumo umano» ma che per decenni è stata distribuita nelle case. In questo comune abruzzese sul fiume Tirino, per lunghissimo tempo i rifiuti sono stati sistematicamente smaltiti. Nei siti, scoperti dalla Forestale, sono stati nascosti materiali dell'industria chimica pesante, dagli anni '60 ai '90.
Sono venute alla luce quattro discariche: una di esse, la più imponente, è di 165mila metri cubi, su un'area di 33mila metri quadrati, vicino alla stazione, nei pressi dell'ex Montedison e a meno di 20 metri dalla sponda destra del fiume Pescara. Qui sarebbero finiti rifiuti di ogni genere, compresi quelli contenenti cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzene, metalli pesanti; tonnellate di sostanze pericolose e cancerogene che possono provocare danni agli organi interni come fegato, reni, colon.
L’aggravante, che evidenzia una gestione ambientale criminosa e che getta fango su tutta la casta politica, è che successivamente all’analisi delle falde acquifere della zona ed al conseguente avvio dell’inchiesta, il WWF aveva dimostrato come molti Enti fossero a conoscenza dell'inquinamento dei pozzi Sant'Angelo fin dal 2004, senza però aver mai provveduto ad informare i cittadini.
Tutto questo nonostante le smentite di alcune delle persone attualmente indagate, tra cui il presidente dell'Azienda Consortile Acquedottistica, Bruno Catena, e l'allora presidente dell'Ambito Territoriale Ottimale sull'acqua, Giorgio D'Ambrosio.
È il completo fallimento del sistema di gestione, controllo e prevenzione dell’acqua denunciato dal WWF in questo anno e oggi portato alla luce grazie all’impegno del Corpo Forestale dello Stato guidato dal Dr. Guido Conti e dalla Magistratura nella persona del Pm Aldo Aceto. Le responsabilità dei singoli saranno accertate dalla Magistratura, verificando così anche la situazione di quanti in questi anni sapevano e non hanno fatto nulla.”.
30 Maggio 2008 - Scrivi un commento