di Stefano Montanari
Tutto gravissimo, non c´è nessun dubbio. Ma, ad un´occhiata in prospettiva storica un po' meno superficiale rispetto a quella istintiva, è impossibile non accorgesi che si tratta di bufere che non dureranno. Ripartiremo tutti più poveri e le guerre finiranno, certo per lasciare il posto ad altre guerre, ma nulla di tutto ciò durerà più di un lampo nella storia dell´Uomo.
C´è qualcosa, però, che non passerà. Anzi, qualcosa che continuerà ad aggravarsi generazione dopo generazione senza possibilità di scampo. E questo è l´avvelenamento che stiamo somministrando al Pianeta, un luogo da cui nessuno di noi può evadere e che, lo vogliamo o no, condividiamo tutti.
Inutile cercare di nasconderlo come ingenuamente fanno coloro che noi ci ostiniamo a definire "politici", il tutto con la complicità di professori disponibili a prostituirsi in cambio di quattro soldi o di un avanzamento di carriera.
Basterebbe ricordare le leggi elementari della fisica e della chimica e confrontarle con i dati che risultano lampanti dalle ricerche non di regime ma indipendenti che si occupano d´inquinamento ambientale. E basterebbe ricordare che molti dei veleni che scarichiamo in modo sconsiderato nell´ambiente non sono degradabili e, quindi, sono destinati ad accumularsi per passare in eredità ai nostri figli e ai figli dei nostri figli in una catena che non potrà interrompersi.
Non c´è che un modo per uscirne, e quel modo è la conoscenza cui dovrà necessariamente seguire il recupero delle chiavi di casa nostra, vale a dire una conduzione della società che sia davvero politica, cioè virtuosa.
Ma è proprio la conoscenza a mancare. È l´informazione oggettiva ad essere latitante, perché chi tira i fili della società, dimenticando di farne parte e dimenticando di non potersene dimettere, l´informazione la distorce, la falsifica o la nasconde del tutto in un silenzio definibile, con una frase fatta che diventa ironia, "di tomba".
Io ci sto provando da anni, anni di ricerca di prima mano, centinaia di conferenze su e giù per l´Italia, articoli che sono pubblicati in maniera più o meno carbonara su Internet, partecipazioni a TV e radio indipendenti che mi concedono qualche spazio. Ed è proprio con una di queste radio, con David Gramiccioli, conduttore della fortunata trasmissione mattutina Ouverture sull´emittente romana Tele Radio Stereo, che si è pensato di affrontare il problema dell´informazione in una maniera diversa e più attraente: mettiamo in scena un pezzo di teatro – ci siamo detti – e con quello mostriamo sulla scena qual è la condizione freddamente obiettiva dell´ambiente in cui ci troviamo a vivere. O a sopravvivere. Con quello – ci siamo detti ancora – mostriamo sulla scena casi che non sono certo freddi di esseri umani, non di rado di bambini, nei quali ci siamo imbattuti nel corso delle nostre ricerche, osteggiate e imbavagliate come sono, oltre ogni possibile immaginazione, spesso da personaggi insospettabili.
La serata sarà sotto osservazione da parte del mondo politico e – se ne può stare certi – non saranno pochi i politici che si augureranno un fiasco. La speranza, la loro, sarà quella che non ci sia partecipazione, che sia testimoniata una disattenzione per il problema che si andrà a toccare per poter continuare indisturbati ad appropriarsi della nostra terra, della nostra acqua, della nostra aria vendendo tutto al migliore offerente.
E invece noi li dobbiamo deludere. Dobbiamo riempire i 3.000 posti del Teatro e dobbiamo farci vedere con gli striscioni che ricordino gli scempi che sono perpetrati nelle nostre città, nelle nostre campagne, nei nostri boschi a danno non soltanto di chi è adulto ora ma, quel che conta di più, a danno della generazione che seguirà la quale, per riprendere le parole del più grande oncologo italiano di tutti i tempi, il prof. Lorenzo Tomatis, non ci potrà perdonare per quello che stiamo facendo contro di lei.
Dunque, se siamo capaci di riempire gli stadi per una squadra di calcio o per un cantante o se siamo capaci di affollare un palasport per un comico, riempiamo i 3.000 posti del Teatro Tendastrice per far vedere che ci siamo, che non ci si può rapinare e uccidere impunemente fidando sulla pigrizia e, chissà, sulla rassegnazione che ci tentano ogni giorno di più. David ed io vi aspettiamo.
QUANDO I SOGNI VANNO IN FUMO - Morire di Inceneritore
Venerdì 25 Giugno, ore 21 Teatro Tendastrisce, via G. Perlasca 69 00155 Roma
Costo del biglietto: Euro 10,00
Per informazioni:
333 23 65 729
328 8326 581
328 63 68 628
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