Il convoglio pacifista è stato attaccato in acque internazionali dalle truppe speciali israeliane che a bordo di elicotteri e gommoni hanno abbordato le navi aprendo il fuoco e provocando una vera e propria carneficina, il cui bilancio provvisorio è di 19 morti e una trentina di feriti. I passeggeri sopravvissuti sono stati tratti in arresto e con tutta probabilità deportati in un campo di concentramento appositamente allestito in terra israeliana.
Anche di fronte a queste prime notizie confuse e frammentarie non può sicuramente sfuggire l’enormità di quanto accaduto e la gravità dell’ennesimo atto criminale, compiuto dall’esercito di uno stato ormai completamente al di fuori di ogni controllo, di ogni legalità e rispetto del diritto internazionale.
Il massacro di questa notte, portato nei confronti di pacifisti inermi è infatti solo l’ultimo atto di un corollario di genocidi, violenze, soprusi e assassini lungo decine di anni. Un corollario nel quale la vigliacca pratica degli omicidi mirati ha fatto il paio con una lunga serie di guerre preventive, fra le quali l’invasione del Libano nel 2006 e il genocidio dell’operazione Piombo Fuso nel 2009 sono le ultime in ordine di tempo.
Massacri di civili compiuti con l’ausilio di armi di distruzione di massa vietate dai trattati internazionali, sempre portati avanti con l’arroganza di chi è cosciente di poter vivere al di sopra delle leggi e senza alcun rispetto per la vita umana. Massacri e genocidi compiuti sempre rimanendo impuniti, grazie alla compiacenza degli organismi internazionali e alla complicità dei governi occidentali pronti a volgere altrove il proprio sguardo, ogni qualvolta, come a Sabra e Chatila, ce ne fosse la necessità. Massacri e genocidi perpetrati nascondendosi vigliaccamente dietro al fantomatico alibi di una “risposta al terrorismo” compiuta in maniera terrorista e criminale.
Non si sono ancora spenti gli echi dell’ultima carneficina di civili inermi, compiuta dall’esercito israeliano nella striscia di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso poco più di un anno fa e stigmatizzata perfino dagli “amici” dell’ONU all’interno del rapporto Goldstone, e già una nuova tragedia prende corpo ed anima, entrando come acido all’interno delle coscienze.
Ammazzare a sangue freddo decine di attivisti umanitari intenzionati a portare aiuto ad una popolazione martoriata può avere un senso ed una giustificazione? Assassini, vigliacchi, criminali di guerra e di pace, che continueranno ad agire impuniti di fronte al mondo voltato sempre dalla parte sbagliata.
Forse dopo l’ultimo orrore della scorsa notte è giunto il momento di voltare il capo e guardarli fissi negli occhi, per mettere fine a questo orrore prima che sia troppo tardi.
31 Maggio 2010 - Scrivi un commento