Forse attraversando l’America coast to coast o percorrendo la ruote 66 con la musica a tutto volume e i finestrini aperti – tipo Thelma e Louise – l’auto può far sentire liberi, ma a Roma, con queste stradine piccole piccole ostruite da suv in doppia fila o sulle famigerate consolari, habitat naturale del serpentone automobilistico, no, a Roma no. Qui serve solo a logorare i nostri nervi, a farci sprecare ogni giorno ore preziose di vita, a intossicare i polmoni dei cittadini.
Non che nelle altre città il discorso sia diverso. Forse è proprio l’Italia a non essere adatta alle auto, perchè i nostri centri urbani, piccoli o grandi, hanno sempre un cuore storicamente non raggiungibile dai motori e una periferia cresciuta senza alcun piano urbanistico, accozzaglia di case o palazzi venuti su come funghi nelle notti umide, attraversata da stradine piccole, spesso dissestate, contorte per seguire l’andamento irregolare delle costruzioni.
Cosa aspettiamo a lasciare l’infernale mezzo? Spesso penso che mi piacerebbe vivere in quel futuro in cui, ne sono certa, gli uomini avranno invertito completamente la rotta e vivranno in armonia con l’ambiente, in un mondo ritornato verde e rigoglioso. Non so cosa pagherei per scoprire quale modo di muoversi avranno trovato, alternativo alla puzzolente e tossica auto dei nostri giorni. Andremo tutti su fiammanti e potenti flotte di mezzi pubblici che ci porteranno da un capo all’altro della città in pochi minuti e senza attese alla fermata? O sarà stato scoperto un sistema completamente nuovo, non dico il teletrasporto, ma comunque un sistema futuristico oggi inimmaginabile?
I sogni però non cambiano la realtà, a meno che non orientino il nostro operato di oggi verso un domani migliore e più pulito. Così ho preso il coraggio a due mani, ho messo l’annuncio e, detto fatto, ho venduto la mia Fiesta al miglior offerente.
Basta ricerca del parcheggio! Nel mio quartiere è ormai praticamente impossibile lasciare l’auto a qualsiasi ora del giorno e della notte: dicono le statistiche del Municipio che ogni giorno, a fronte di 76.000 residenti nella zona, vi circolino 500.000 macchine. Tra negozi, uffici, cinema e locali trovare un posto libero richiede almeno 30-40 minuti di pattugliamento delle strade, finchè non ci si imbatte in “qualcuno che esce”. Non immaginate che sollievo non dover più combattere con questa follia collettiva.
Basta ingorghi! Con la metropolitana per andare al lavoro impiego circa un’ora; con l’auto, se la strada era sgombra, arrivavo in mezz’ora. Ma quando mai la strada era sgombra? Quasi ogni giorno incappavo in un ingorgo, finendo per impiegare un’ora e mezza, alla quale era da aggiungere la mezz’ora di ricerca di parcheggio. Su questo percorso avevo già gettato la spugna da qualche anno e mi domando come mai gli altri non si siano ancora stufati.
Cosa mi importa del caro benzina? Ora i rincari non mi spaventano più, ma quando avevo la macchina ero colpita dalla crescita continua del costo del carburante, che pesava parecchio sul bilancio familiare.
No, non sto barando. In famiglia non ci sono altre macchine, anche perchè la famiglia siamo un piccoletto di quattro anni ed io. Per lui viaggiare sui mezzi pubblici è un divertimento, quindi, da quando abbiamo abbandonato il passeggino, ci muoviamo senza difficoltà saltando da un bus all’altro, intervallando con un po’ di passeggiata. Quando torniamo tardi o andiamo davvero di fretta, ci concediamo un taxi.
Quanto risparmio? Niente assicurazione, niente bollo, niente revisioni e bollini blu, niente carrozziere e meccanico. Fanno circa mille e duecento euro l’anno, escludendo la benzina e le spese straordinarie. Decisamente mi posso permettere qualche comodo taxi per i rientri serali o le emergenze.Questi i miei vantaggi personali. Spero però che, nel mio piccolo, possa aver contribuito a ridurre l’inquinamento: ho fatto quanto era nelle mie possibilità, chissà che qualcun altro non decida di fare lo stesso. Ci pensate una città fatta solo di pedoni e trasporti pubblici efficienti? Sarebbe un paradiso!
Vivere senz’auto immerge in una dimensione più umana, meno meccanica, più lenta, ma più vitale. Come passo il tempo mentre aspetto il bus o sulla metro? Bè, l’ho detto altre volte, questi cosiddetti “tempi morti” sono in realtà i miei momenti migliori, perchè posso leggere, studiare, riflettere su quello che è successo nella giornata, a volte semplicemente incantarmi a guardare fuori dal finestrino... è uno spazio solo per me, quasi il tempo si fermasse tra un impegno e l’altro per darmi la possibilità di riprendere fiato, di ricentrarmi.
Insomma, liberarsi della macchina fa bene a se stessi, agli altri e all’ambiente. Volete provare anche voi?
29 Aprile 2008 - Scrivi un commento
non hai avuto guai seri per poter millantare una vita tranquilla senza macchina.
emergenze di qualunque tipo di notte di giorno senza macchina che ti prestano, senza soldi per taxi o noleggio.
odio chi lo fa per hobby o per noia. chi vuol far il povero per prova ,sapendo che se vuole puo' ridiventare il benestante che e'.
lasciate stare il voler inneggiare ad una vita senz auto e pensate a chi non puo' averla davvero e non perche' preferisce gestire i propri soldi in maniera diversa sapendo che all occorenza ha sempre un taxi o macchine prestate.
urgenze per animali come ce li porti dal veterinario?spese non solo per una persona che ci mangi? un insalitina e un caffe' e una spesa vera 6 bustioni come li fai?comprare coperte pesanti invenali come le porti?col taxi?
senza contare agli sforzi fisici che creano i bustoni fissi all ernie slogature via dicendo.
insomma se fai la scelta di vivere senza macchina per gioco non sbandierarla come la scelta per tutti,e fatte per te snob alla ricerca dell avventura sempre con la certezza economica di poter tornare sui tuoi passi.
buona avventura.