Giacciono sui fondali del Mar Mediterraneo oltre duecento navi, cariche di container stracolmi di rifiuti chimici, tossici, scorie radioattive. Duecento ordigni ad orologeria pronti ad esplodere, avvelenare le nostre acque, compromettendo l'ecosistema marino e la salute dei cittadini.
Le chiamano navi dei veleni e sono il modo più economico per smaltire rifiuti pericolosi. Si acquista una vecchia nave mercantile, si riempie di rifiuti tossici e infine la si fa affondare negli abissi, preferibilmente in una zona dove si è svolta qualche battaglia navale della seconda guerra mondiale, che ne giustifichi la presenza nel caso fosse rinvenuta. Prima dell'inabissamento molte di queste navi venivano usate per il traffico d'armi, o per il trasporto dei rifiuti nel terzo mondo.
Mistero su chi le ha fatte affondare. Un mistero su cui non si deve indagare, che il governo, la guardia costiera, la marina, sembrano voler preservare ad ogni costo negando perizie, impedendo l'accesso a registri pubblici, ricorrendo ad ogni trucco pur di insabbiare la faccenda.
Per fortuna c'è chi non si lascia scoraggiare. Gianni Lannes è un giornalista investigativo, che da anni si occupa delle navi dei veleni, chiamate anche navi a perdere. Ha per lungo tempo collaborato con importanti testate nazionali come La Stampa, Repubblica, l'Espresso. Poi nel 2009, stanco di veder rifiutati molti dei propri dossier ha fondato una testata online, Italiaterranostra.it.
Si è a lungo battuto contro gli inceneritori, accusando il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia di aver fatto realizzare alle sue imprese alcuni impianti sorti in Puglia (con il sostegno del governatore Nichi Vendola), Calabria e Sicilia. Ha accusato la NATO per l'affondamento del peschereccio “Francesco Padre” nel '94 e la Marina militare statunitense per la strage dei cetacei spiaggiati sulle coste del Gargano.
Per aver ricevuto minacce ed intimidazioni di stampo mafioso il 22 dicembre scorso il Ministero degli Interni gli ha assegnato la tutela da parte della Polizia di Stato.
In ogni caso, il suo argomento preferito restano pur sempre le navi dei veleni. Su di esse Lannes ha da pochi giorni annunciato l'uscita di un dossier “rovente”, frutto di anni ed anni di ricerche. L'uscita è prevista per la fine di settembre, rallentata, a detta sua, da impedimenti governativi e barriere istituzionali.
Ha recentemente sostenuto che ci sia un tentativo di occultare le prove, da parte del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sulla presunta nave dei veleni affondata a largo di Cetraro. Ha accusato l'avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione “ecomafie”, di connivenze con la mafia. Ha tirato in ballo Stato, Guardia Costiera, multinazionali, servizi segreti. E la lista nera è ancora lunga; molti altri nomi ancora devono essere fatti e verranno svelati nel dossier di settembre.
Dal quadro che emerge il Mar Mediterraneo sembra un calderone in cui stanno a guazzo interessi politici ed economici, legami mafiosi, grandi multinazionali. Gli abissi profondi, lungi dall'essere considerati templi intatti ed incontaminati della natura, vengono visti piuttosto come nascondigli sicuri per le nostre scorie mortali. Enormi tappeti blu sotto cui spazzare i nostri peccati più inconfessabili.
Navi a Perdere
Ci sono navi che affondano, purtroppo capita. e spesso non si riesce più a trovarle, colpa degli abissi... Continua... |