Navi dei Veleni, Gianni Lannes: "A settembre un dossier-verità"

Oltre duecento navi giacciono abbandonate sui fondali del Mediterraneo, imbottite di rifiuti tossici e scorie radioattive. La loro storia tira in ballo i vertici politici del nostro paese, i servizi segreti, alcune grandi multinazionali. Gianni Lannes è uno dei pochi giornalisti che con coraggio, da anni, continua ad indagare sulla faccenda. Per settembre promette l'uscita di un dossier che svelerà molte verità scomode.

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di Andrea Degl'Innocenti

Nave dei veleni Eden V
Giacciono sui fondali del Mar Mediterraneo oltre duecento navi, cariche di container stracolmi di rifiuti chimici, tossici, scorie radioattive
Non è più tempo di scheletri nell'armadio o sotto al letto. Nell'era globale, la nostra ingombrante coscienza sporca riposa sul fondo del mare, stipata e ammassata nel ventre delle navi.

Giacciono sui fondali del Mar Mediterraneo oltre duecento navi, cariche di container stracolmi di rifiuti chimici, tossici, scorie radioattive. Duecento ordigni ad orologeria pronti ad esplodere, avvelenare le nostre acque, compromettendo l'ecosistema marino e la salute dei cittadini.

Le chiamano navi dei veleni e sono il modo più economico per smaltire rifiuti pericolosi. Si acquista una vecchia nave mercantile, si riempie di rifiuti tossici e infine la si fa affondare negli abissi, preferibilmente in una zona dove si è svolta qualche battaglia navale della seconda guerra mondiale, che ne giustifichi la presenza nel caso fosse rinvenuta. Prima dell'inabissamento molte di queste navi venivano usate per il traffico d'armi, o per il trasporto dei rifiuti nel terzo mondo.

Mistero su chi le ha fatte affondare. Un mistero su cui non si deve indagare, che il governo, la guardia costiera, la marina, sembrano voler preservare ad ogni costo negando perizie, impedendo l'accesso a registri pubblici, ricorrendo ad ogni trucco pur di insabbiare la faccenda.

Per fortuna c'è chi non si lascia scoraggiare. Gianni Lannes è un giornalista investigativo, che da anni si occupa delle navi dei veleni, chiamate anche navi a perdere. Ha per lungo tempo collaborato con importanti testate nazionali come La Stampa, Repubblica, l'Espresso. Poi nel 2009, stanco di veder rifiutati molti dei propri dossier ha fondato una testata online, Italiaterranostra.it.

Gianni Lannes
Gianni Lannes, giornalista investigativo, che da anni si occupa delle navi dei veleni, chiamate anche navi a perdere.
Assieme ai suoi collaboratori ha condotto inchieste scottanti su smaltimento dei rifiuti, eco-mafie, traffico d'armi. Circa un anno fa, sempre dalle pagine web del suo giornale pose le sue 10 domande a Berlusconi, in cui interrogava il premier sui danni alla salute arrecati da cementerie, inceneritori e centrali a biomasse.

Si è a lungo battuto contro gli inceneritori, accusando il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia di aver fatto realizzare alle sue imprese alcuni impianti sorti in Puglia (con il sostegno del governatore Nichi Vendola), Calabria e Sicilia. Ha accusato la NATO per l'affondamento del peschereccio “Francesco Padre” nel '94 e la Marina militare statunitense per la strage dei cetacei spiaggiati sulle coste del Gargano.

Per aver ricevuto minacce ed intimidazioni di stampo mafioso il 22 dicembre scorso il Ministero degli Interni gli ha assegnato la tutela da parte della Polizia di Stato.

In ogni caso, il suo argomento preferito restano pur sempre le navi dei veleni. Su di esse Lannes ha da pochi giorni annunciato l'uscita di un dossier “rovente”, frutto di anni ed anni di ricerche. L'uscita è prevista per la fine di settembre, rallentata, a detta sua, da impedimenti governativi e barriere istituzionali.

Manifestazione
Per la fine di settembre Lannes annuncia l'uscita di un dossier che porterà finalmente luce sui fatti.
Perché in effetti di istituzioni ne ha scomodate parecchie, col suo vizio di fare nomi e cognomi. Nel febbraio scorso, accusò lo Stato italiano ed il governo Berlusconi di aver affidato lo smantellamento delle centrali nucleari alla ‘ndrangheta, che tramite la società genovese Ecoge, caricava i rifiuti nucleari all'interno dei container che a loro volta venivano imbarcati a La Spezia su navi da far affondare.

Ha recentemente sostenuto che ci sia un tentativo di occultare le prove, da parte del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sulla presunta nave dei veleni affondata a largo di Cetraro. Ha accusato l'avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione “ecomafie”, di connivenze con la mafia. Ha tirato in ballo Stato, Guardia Costiera, multinazionali, servizi segreti. E la lista nera è ancora lunga; molti altri nomi ancora devono essere fatti e verranno svelati nel dossier di settembre.

Dal quadro che emerge il Mar Mediterraneo sembra un calderone in cui stanno a guazzo interessi politici ed economici, legami mafiosi, grandi multinazionali. Gli abissi profondi, lungi dall'essere considerati templi intatti ed incontaminati della natura, vengono visti piuttosto come nascondigli sicuri per le nostre scorie mortali. Enormi tappeti blu sotto cui spazzare i nostri peccati più inconfessabili.

PER SAPERNE DI PIU' SULL'ARGOMENTO
Navi a Perdere

Ci sono navi che affondano, purtroppo capita. e spesso non si riesce più a trovarle, colpa degli abissi...
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20 Maggio 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
20/5/10 09:35, luisa ha scritto:
un pericolo incombente sul nostro Mediterraneo
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