I progetti della Repsol sono stati rivelati in un rapporto recentemente inviato al ministro dell’Energia del Perù, che ora dovrà decidere se approvare o meno i piani presentati. La realizzazione delle linee sismiche è parte fondamentale dei processi di prospezione petrolifera e comporta l’apertura di percorsi nella foresta lungo cui vengono fatti detonare esplosivi a intervalli regolari.
L’area dove la Repsol spera di lavorare, conosciuta come Lotto 39, è abitata da almeno due gruppi di Indiani isolati che, in caso di contatto con gli operai della compagnia, rischierebbero di essere decimati. In passato la Repsol aveva già eseguito alcune esplorazioni preliminari in questa zona; in quell’occasione raccomandò ai suoi operai di difendersi dai potenziali attacchi delle tribù usando dei megafoni: “Se non riuscirete a raggiungere un contatto pacifico, né a capirvi, e se gli attacchi dovessero continuare, cercate di stabilire una comunicazione usando i megafoni”.
Se la Repsol dovesse trovare petrolio in quantità adeguate alla sua commercializzazione, dovrà essere necessariamente costruito un oleodotto per il trasporto del greggio dalla foresta Amazzonia fino a un terminale sulla costa pacifica del Perù. Il progetto di costruzione di un impianto è appena stato reso pubblico dalla Perenco, una compagnia anglo francese che ha già trovato grandi giacimenti di petrolio nella regione.
Il Lotto 39 include ampie zone di una riserva proposta per tutelare gli Indiani incontattati; l’organizzazione indigena AIDESEP sta intentando causa alle compagnie per aver lavorato in queste aree. Recenti ricerche realizzate da un gruppo di scienziati ambientali e pubblicate sulla rivista PLoS ONE hanno concluso che questa è una delle regioni a maggior biodiversità del mondo.
Stephen Corry, il direttore generale di Survival International, ha dichiarato: “Che cosa penseranno gli Indiani incontattati delle linee sismiche e degli eliporti in questa regione? Probabilmente reagiranno in due modi: fuggendo oppure attaccando gli operai, che vedranno come invasori ostili. In entrambi i casi, le conseguenze potrebbero essere estremamente gravi. La Repsol e le autorità peruviane dovrebbero già sapere che non è possibile effettuare attività petrolifere nelle foreste di proprietà degli Indiani incontattati in modo sicuro”.
Articolo tratto da www.survival.it
5 Maggio 2010 - Scrivi un commento