Spazio ai lettori

Democrazia, questa sconosciuta

Qual è il vero significato della parola democrazia? E a cosa è dovuta la crisi della politica in Italia? A queste e ad altre domande il nostro lettore Paolo De Gregorio cerca di dare una risposta personale, in uno sfogo che pubblichiamo nel nostro spazio dedicato ai lettori.

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democrazia
La democrazia, nel suo significato etimologico, non è mai esistita
Uscendo dalla stretta attualità e rivolgendomi alle persone in buona fede che, come me, cercano una strada possibile e percorribile per superare le logiche distruttive e alienanti di un capitalismo in crisi che ci considera solo come produttori e consumatori, sento il bisogno di comunicare con le persone che leggono un alfabeto in comune, affinché il discorso, qualunque discorso, parta da una base avanzata e condivisa e non si perda in mille rivoli.

(...) Mi vorrei limitare alla parola democrazia, che quasi tutti usano dandole un significato diverso a seconda delle convenienze personali. La democrazia, nel suo significato etimologico, non è mai esistita, non è mai stata applicata in alcun regime politico. Essa rappresenta il sistema politico più gradito ai capitalisti e ai poteri forti (Chiesa, media, massoneria, Confindustria, mafie), che possiedono, fisicamente, tutta la filiera del consenso, essendo proprietari degli strumenti di produzione, di distribuzione (negozi, supermercati), di pubblicità mediatica (Tv, giornali, riviste), per indurre bisogni e consumi.

E' un regime che si fa le sue leggi e non si fa imporre regole da nessuno. La politica, di ogni colore, è subalterna a questo sistema che ha prodotto ideologie e convinzioni profonde, visto il regime di quasi monopolio in cui esso opera, anche per l'assenza di una opposizione capace di proporre un modello diverso di produrre e consumare.

(...) In questi ultimi anni si è anche creata, in Italia, una situazione di mancanza di opposizione, di crisi di identità, che ha portato verso la destra quelle masse lavoratrici che tradizionalmente erano rappresentate dalla sinistra, deluse dalla mancanza di qualunque progetto e dall'abbandono del territorio da parte di una Casta di sinistra ormai comoda nel Palazzo e negli studi della RAI.

La situazione sul campo è questa: vi è di fatto una minoranza di italiani, dal 35% al 40% degli elettori che, per interessi materiali ma anche ideologici, fa strutturalmente parte della classe dominante e niente potrebbe convincerla a rinunciare ai suoi privilegi e al suo ruolo dirigente. Parlo naturalmente di imprenditori, professionisti, commercianti, dirigenti statali e privati di ogni livello, latifondisti, gente che vive di rendita, speculatori di borsa, banchieri, ecc.

repubblica democrazia
Oggi vi sono decine di migliaia di persone che lavorano ogni giorno per tenere a cuccia, nel fatalismo e nella rassegnazione, quello che una volta si chiamava sottoproletariato
Pensionati, operai, stipendiati, precari, disoccupati, piccoli contadini, casalinghe, sono la maggioranza del popolo italiano e, avendo interessi materiali esattamente opposti a quelli della classe dominante, sono in una brutta situazione, non hanno un partito che li rappresenti con concretezza, non hanno una strategia, sono divisi tra di loro, non leggono giornali né libri, e a connettersi con molti di essi ci sono solo il grande fratello televisivo e le parrocchie.

Le elezioni si vincono grazie al potere della televisione ed alla grande rete di parrocchie e di opere sociali che la Chiesa possiede, e ha sempre offerto alla destra il frutto del suo capillare lavoro: ossia l'indicazione di voto alle sue pecorelle.

Oggi vi sono decine di migliaia di persone che lavorano ogni giorno per tenere a cuccia, nel fatalismo e nella rassegnazione, quello che una volta si chiamava sottoproletariato, con l'aiuto di volontari e il decisivo peso economico delle opere di religione e dell'8 per mille.

Se volete un riscontro sicuro a quello che sostengo, il linguaggio rozzo e greve usato in TV da Berlusconi e da Emilio Fede, contro la magistratura e la sinistra, è un mantra ripetitivo, diretto a lavare il cervello di quel segmento di popolo di cui parlo, una strategia che fa diventare qualunque bugia, ripetuta all'infinito, una verità popolare.

L'obiettivo politico di chiunque voglia cambiare qualcosa in Italia è quello di raggiungere quell'elettorato, quantificabile al 25-30%, che vota contro i propri interessi di classe, a favore dei suoi padroni, plagiato da TV e preti, e la prima cosa da copiare è che queste persone hanno un linguaggio elementare, non leggono, sono scettici in quanto sempre usati ed ingannati. Si possono smuovere solo se si parla di salario sociale per tutti i disoccupati, una casa decente, condizioni di lavoro più sicure, sanità e scuola di buon livello.

Se si vuole vincere bisogna mettere in campo una strategia di intervento speculare a quella dei capitalisti e preti: ossia la sottrazione della RAI ai partiti e alla egemonia del cavaliere (lo scandalo Minzolini è senza precedenti), attraverso lo sciopero del canone e pretendere che essa svolga servizio pubblico, con il presidente eletto direttamente dai cittadini abbonati, e una presenza capillare sul territorio per rappresentare i problemi veri che vivono le classi subalterne, chiedendo partecipazione e mobilitazione.

Inutile farsi illusione o pensare a facili scorciatoie. La borghesia e i preti hanno costruito il consenso di cospicue masse popolari con quotidiano impegno e grandi mezzi, hanno esperienza e gente preparata, hanno strategia e se, di fronte a questa situazione, continuerà ad esserci il nulla, niente cambierà. Mi piacerebbe che quando si discute di politica o del sociale si tenesse conto di questa realtà.

Cari Grillo, Travaglio, Luca Telese, popolo viola, con Internet, Facebook, You Tube, Twitter e le manifestazioni di piazza, si può raggiungere solo gente già informata e attiva, ma non si arriva a quel popolo decisivo per vincere le elezioni che bisogna coinvolgere con l'impegno militante e un programma politico.

Paolo De Gregorio

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9 Aprile 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
10/4/10 11:23, Daniele Alberoni ha scritto:
Ho letto l'articolo e devo dire che mi è veramente piaciuto.
L'unica cosa che vorrei dire è che il Movimento sponsorizzato da Grillo è un chiaro esempio che la politica italiana tradizionale è falita completamente.
La gente è venuta a conoscenza del Movimento non solo grazie al web ma al consolidato passa-parola perchè conosco varie persone che pur non avendo Internet hanno votato il Movimento.
Il Movimento 5 stelle non è Grillo ma è rappresentato da tantissimi giovani che hanno voglia di fare proposte concrete anche con l'ausilio della rete.
Qui in Emilia Romagna è andata benissimo e tramite la rete il nostro rappresentante Giovanni Favia partecipa via web alle questioni più disparate e quasi sempre risponde alle domande che le persone gli pongono.
Trovatemi un politico della vecchia guardia che sia capace di far questo.
Saluti
Alberoni Daniele
Arianna Editrice
Macro Credit
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