In Italia, secondo le stime, i fumatori sono 13 milioni, per una media di 15 sigarette fumate singolarmente ogni giorno. Nel nostro Paese, giornalmente, vengono disperse nell’ambiente 195 milioni di cicche, ovvero 72 miliardi l’anno. Nel mondo, i mozziconi gettati via sono 4,5 milioni di miliardi ogni anno. Complessivamente contengono 7.800 tonnellate di agenti chimici pericolosi. Nel Mediterraneo le cicche rappresentano il 40% dei rifiuti, contro il 9,5% delle bottiglie di plastica.
Date queste cifre, appare evidente che le sigarette – oltre a provocare gravissimi danni alla salute dei fumatori e delle persone che a questi stanno vicine – sono estremamente pericolose anche per l’ambiente. Proprio di questo si è discusso qualche giorno fa nel corso del convegno “L’impatto ambientale del fumo di tabacco. Le cicche di sigaretta: un rifiuto tossico dimenticato”, durante il quale è stato presentato lo studio realizzato da Enea e Ausl di Bologna che mette in evidenza il potenziale nocivo delle cicche di sigarette.
La combustione del tabacco, informa Enea, produce più di 4500 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di tali sostanze – tra cui nicotina, catrame, condensato, gas tossici, polonio 210 e acetato di cellulosa – rimane imprigionata nel filtro e nella porzione di tabacco non consumato.
Considerata la quantità di cicche che ogni giorno vengono immesse nell’ambiente, ne consegue che il carico nocivo di tale prodotto è estremamente rilevante.
In tal modo, le cicche vanno a finire sui marciapiedi, nel suolo, nelle fogne e nelle acque superficiali: una recente ricerca delle Nazioni Unite ha rilevato che sono al primo posto nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo.
Per di più, le sigarette ancora accese, buttate o abbandonate in ambiente esterno o in casa, possono provocare disastrosi incendi.
Un ulteriore rischio è legato alla possibile ingestione di cicche da parte dei bambini di età inferiore a 6 anni, una fascia di età in cui i piccoli tendono ad esplorare il mondo che li circonda.
Alla luce di tutti questi fattori, Enea propone di trattare in maniera specifica questi rifiuti e fare una raccolta differenziata, così come avviene per le pile e gli atri rifiuti tossici.
“Un’idea – suggerisce uno degli autori dello studio – potrebbe essere quella di far pagare un po’ di più i pacchetti di sigarette per permettere ai Comuni di acquistare dei piccoli cassonetti ad hoc da mettere in ogni angolo delle città”.
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Premesso che smettere di fumare non è un passo che mi sento di fare dall'oggi al domani, ci sono accorgimenti che potrei prendere per inquinare di meno?
Grazie x chi mi risponde!