Ma almeno a noi fanno bene? Secondo l’OMS un terzo delle cause di morte a livello mondiale è imputabile alle malattie cardiovascolari e il trenta percento delle cause di tumore è imputabile alle abitudini alimentari. Sarà il momento di pensare ad una alimentazione sostenibile? E che magari leghi la salute dell’ambiente con la nostra? Non è mai troppo tardi (speriamo).
Io per lavoro mi occupo di alimentazione e da ricercatore mi sono fatto una semplice domanda, cosa dovrebbe mangiare un uomo? Per quanto la domanda sia semplice, la risposta non lo è poi tanto. Sono partito dalle origini, dalla nostra evoluzione, da milioni di anni siamo sulla terra e ci siamo evoluti mangiando.
Non voglio andare qui troppo nello specifico (ci sono centinaia di articoli scientifici sull’argomento), ma è importante capire che gli alimenti che abbiamo mangiato per milioni di anni ci hanno permesso di diventare ciò che siamo oggi e quando improvvisamente abbiamo deciso di cambiare dieta non è stata una buona idea. Sì, perché improvvisamente, in un attimo abbiamo cambiato tutto. Calcolando due milioni di anni di evoluzione dalla prima forma homo ad oggi e rapportandoli ad una giornata di 24 ore possiamo dire di aver scoperto l’agricoltura circa 7 minuti fa (10.000 anni) e di aver cambiato drasticamente dieta da circa 8 secondi (200 anni, l’avvento dell’industria alimentare).
Abbiamo quindi fatto un grosso cambiamento negli ultimi “minuti” e uno enorme negli ultimi “secondi”, il nostro genoma ha bisogno di più tempo per modificarsi. Se vogliamo proprio essere precisi, il peggio è arrivato dopo la seconda guerra mondiale e ogni giorno ci presenta qualche “alimento” nuovo (quando si dice: “al peggio non c’è mai fine”).
Oramai abbiamo accesso e ci nutriamo di alimenti che il nostro organismo non è capace di gestire, e non parlo solo dei così detti junk foods, ma anche di tutti quegli alimenti che per un motivo o per l’altro (ibridi vegetali iperproduttivi, raffinazione eccessiva, aggiunta di sostanze di sintesi o semplicemente eccessivo consumo) sono alla base delle patologie di cui abbiamo parlato prima.
Una parte prevalente degli alimenti che consumiamo non sono più quelli che il nostro organismo è organizzato per elaborare.
Qual è quindi una soluzione praticabile? Arrivati a capire cosa mangiavamo, ad avere un’idea di massima di quale era la nostra dieta 40.000 anni fa, siamo infatti solo al primo passo, non è possibile, per molte ragioni, applicarla ad oggi, tutto è cambiato.
Si può però immaginare un percorso progressivo e realisticamente praticabile che ci riporti dalla dieta attuale verso qualcosa di molto più salutare e sostenibile per l’ambiente.
Per farlo va utilizzata la tipica piattaforma di lavoro della Transizione, un approccio sistemico e partecipato che parte dall’analisi dei fatti per produrre il percorso verso le soluzioni.
Dobbiamo quindi partire, come sempre, dalla consapevolezza delle persone, mettendo tutti nelle condizioni di scegliere, restituendo progressivamente agli individui, alle famiglie, alle comunità la responsabilità della propria alimentazione, una responsabilità oramai totalmente delegata a agenti esterni, industria alimentare in primis.
Io come esperto ho una conoscenza piuttosto approfondita di alcune problematiche, ma ho comunque una visione parziale, la mia comunità può fornire uno sguardo molto più ampio e produrre numerose idee su come procedere. Convinti di questo, a Monteveglio abbiamo appena cominciato una sperimentazione pratica, mettendo a disposizione delle persone interessate un decalogo intitolato “Primi Passi Verso un Alimentazione Sostenibile” e corredato della dicitura “versione 1.0” per sottolineare la sua caratteristica di work in progress aperto a tutti.
A sole 24 ore dalla prima presentazione pubblica, avevamo già ricevuto nuovi suggerimenti e dopo il secondo incontro pubblico siamo alla “versione 1.3”. Abbiamo puntato su 10 indicazioni semplici che possono essere applicate dalle persone in modo più o meno ortodosso. Più si riesce ad aderire a queste indicazioni, più aumenta la sostenibilità e la salubrità della propria alimentazione.
L’idea è che grazie al lavoro di sensibilizzazione e alla rete di relazioni che il processo di Transizione costruisce, si generino subito dinamiche in grado di coinvolgere gli agricoltori, gli allevatori locali e i negozianti.
Mano a mano che la realtà, le abitudini e l’organizzazione alimentare della comunità si modificano sarà poi possibile aggiornare il decalogo, muovendosi verso livelli di sostenibilità sempre maggiori e correggendo le indicazioni quando non sono più valide o perdono di efficacia. Vedremo dove riusciremo ad arrivare e quanto tempo occorrerà.
Manuale Pratico della Transizione
"se la vostra città non è ancora in transizione, ecco una guida che ci può aiutare. abbiamo poco tempo e... Continua... |
Altrettanto importanti sono l'assimilazione, la metabolizzazione e l'espulsione delle scorie.
Altra riflessione: quando siamo piccoli, come veniamo educati? "mangia che è buono", "finisci tutto che fai contenta la mamma/nonna/zia...", ecc.
Nessuno mi ha mai spiegato il perchè si mangia, qual'è la dose sufficiente e cosa serve veramente.
Da informazioni scorrette nascono abitudini scorrette. Io le ho provate tutte: solo carne, solo verdure, solo carboidrati, nulla, tutto.... Posso assicurare che nel 2000, in questa nostra società avanzata ed ipernutrita è possibile essere obesi e soffrire la fame, la malnutrizione.
Risultato: il corpo ha bisogno di pochi, fondamentali mattoncini: proteine, carboidrati e grassi in dosi molto precise.
Sufficienti a garantire il ricambio delle componenti del nostro orgenismo.
Non bisogna però eccedere le capacità di metabolizzazione.
Da studi a livello di biochimica, è stato scoperto che queste dosi sono molto precise e... molto inferiori alle nostre abitudini!
Vi garantisco che quando queste dosi sono rispettate, la sazietà giunge molto prima!
Il resto è tutto condizionamento.
Non solo da parte della demonizzata Coca Cola.
Purtroppo anche le lasagne della nonna!
Studi clinici hanno dimostrato un nesso causale tra l'eccesso alimentare e lo sviluppo di malattie neoplastiche, cardio-vascolari, metaboliche.
Frose ce ne sono altre non ancora riconosciute.
Fino a qui ho parlato solo di eccesso alimentare.
Se aggiungiamo le sostanze tossiche utilizzate a tutti i livelli della produzione alimentare....
Ultima riflessione. Se Darwin ha ragione, le specie che non sono furbe si estinguono.
Se noi maltrattiamo il nostro corpo ed il nostro Pianeta attuando politiche indiscriminate, chi ci garantirà un Domani?