Eppure il problema esiste ed è molto serio. Vediamo alcuni dati:
Intanto a fare le spese del riscaldamento globale sono anche molte importanti mete turistiche: ad esempio è stato verificato che già 57 stazioni sciistiche alpine, su un totale di 666, non possono più assicurare i 30 cm di neve per tre mesi, ossia il requisito minimo per la stagione invernale; le coste sono soggette ad erosione; molte piccole isole vedono avvicinarsi la propria scomparsa a causa dell’innalzamento del livello del mare; le barriere coralline muoiono.
Ma è possibile frenare il turismo? Al di là del desiderio sempre più diffuso di viaggiare e di conoscere il mondo e della gran quantità di persone ormai economicamente in grado di farlo (pensiamo che Australia e Nuova Zelanda si stanno già attrezzando per accogliere le nuove masse di turisti cinesi), c’è da ricordare che, dei complessivi 900 miliardi di dollari prodotti dal turismo, una parte non indifferente ha determinato una crescita economica nei paesi in via di sviluppo meta dei viaggi intercontinentali. Solo negli ultimi cinque anni le 49 nazioni meno sviluppate del mondo hanno visto salire i propri guadagni frutto del turismo da uno a cinque miliardi di dollari.
Cosa fare dunque? Oggi si punta sulla ricerca di nuove tecnologie e carburanti ecologici per gli aerei; sui trasporti alternativi; sull’ipotesi di tasse specifiche; sulla riforestazione per compensare le emissioni di CO2; su rotte a basso impatto inquinante, ecc.
A febbraio l’Unione Europea e l’industria aeronautica hanno dato il via a Bruxelles al programma settennale “Clean Sky”, per il quale saranno stanziati 1,6 miliardi di euro - metà dei quali provenienti dal budget europeo per la ricerca -, con l’obiettivo trovare alternative più “ecologiche” alle attuali tecnologie legate all’aviazione. In “Clean Sky” collaboreranno 86 organizzazioni di 16 Paesi, 54 industrie, 15 centri di ricerca e 17 università.
Contemporaneamente, nell’ambito di un programma di ricerca finanziato da Airbus, Rolls Royce, Shell e Qatar Airways, si sta sperimentando il Gtl (gas to liquid), un nuovo carburante sintetico, meno inquinante del kerosene.
Per noi, che desideriamo lasciare le città asfissiate da polveri sottili e smog, resta quindi il dilemma. Partire o non partire per le agognate vacanze? Forse per Pasqua potremmo riscoprire il buon vecchio treno. Consulto i dati: treno, 34% dei viaggi e solo il 13% delle emissioni di CO2...
Che ne dite?
M. Magrini, “Clima e turismo, dilemma Onu”, Sole 24 Ore, 8 febbraio 2008
L. Naso, “La Spagna più veloce ridisegna le mete”, Sole 24 Ore, 8 febbraio 2008
15 Marzo 2008 - Scrivi un commento