Il parco, che si estenderà per circa 600 chilometri quadrati, proteggerà un’area che comprende i sei laghi, profondi fino a 150 metri, separati da dighe naturali di travertino (alte anche 10 metri), circondati dal surreale paesaggio lunare delle vette dell’Hindu Kush, le cui cime arrivano fino a 3000 metri di altezza.
I meravigliosi laghi di Band-e Amir, considerati spesso come l’ottava meraviglia del mondo, sono collegati ad una delle più importanti leggende afgane che ne collegherebbe la nascita ad una delle “fatiche” di Ali, genero e successore di Maometto.
La creazione di questa nuova ampia area protetta difenderà quindi quella che già un tempo, prima dell’ascesa al potere dei Talebani, era una popolare meta del turismo internazionale ma anche locale, destinazione di gitanti e pellegrini da tutto il Paese, in quanto le acque dei laghi sono considerate miracolose e dispensatrici di fertilità per le donne che vi si bagnano.
La stessa zona da troppi anni è stata minacciata dalle guerre e oggi anche dallo sfruttamento eccessivo dei pascoli, dalla pesca sconsiderata (fatta anche con gli esplosivi) e dall’inquinamento. Intorno alla zona ci sono villaggi con seri problemi legati allo smaltimento dei rifiuti.
L’altra minaccia alla sopravvivenza dei laghi di Band-e-Amir è il turismo selvaggio. Se d’inverno qui è tutto coperto di neve e i laghi sono ghiacciati, d’estate è pieno di famiglie in gita che scendono in macchina sugli argini, ci piantano le tende, lasciano montagne di rifiuti e fanno gite in motoscafo creando onde anomale. In previsione del futuro arrivo del turismo di massa, già si era parlato di costruire sulle sponde del lago grandi alberghi di lusso! La creazione della riserva è giunta quindi provvidenziale per frenare progetti simili.
Le antiche formazioni geologiche che caratterizzano la nuova riserva, oltre ad essere di una bellezza mozzafiato, ospitano popolazioni – purtroppo in diminuzione – di svariate specie animali: stambecchi, pecore selvatiche dalle grandi corna, lupi, volpi ed altri piccoli mammiferi, insieme ad uccelli rari come il fringuello delle nevi afgano che vive soltanto tra le montagne dell’Hindu Kush.
Mancano sfortunatamente all’appello i leopardi delle nevi, scomparsi negli anni Ottanta per effetto della caccia indiscriminata.
Band-e-Amir è a un giorno d’auto da Kabul, tra strade sconnesse ritenute tutt’ora insicure per gli stranieri. Una sola pista di atterraggio si trova nella città più vicina. Le naturali dighe giganti di travertino che formano i laghi sono però un patrimonio naturalistico unico, oltre ad essere simbolo nel Paese di una scommessa sulla pace.
22 Giugno 2009 - Scrivi un commento