Un incoraggiamento con la forza di una minaccia: è così che si viene accolti sul sito di Clim’City (il cui nome è ispirato al celebre gioco SimCity).
Dopo questa breve introduzione si può direttamente cliccare sul pulsante “gioco” senza dover pagare, scaricare o compilare nulla. Ma il divertimento non inizia subito, compare prima una presentazione di immagini, dati e musica inquietanti: vengono mostrate le tappe principali del riscaldamento globale e il suo legame con l’industrializzazione. “Nessuno è ancora certo di quali saranno le conseguenze del riscaldamento globale, ma tutti sanno che bisogna prepararsi e prevenirne l’aumento”, conclude l’animazione. Dopo questa duplice introduzione si può finalmente giocare, ma ormai è chiaro: il gioco imita la realtà.
Il giocatore riveste il ruolo di “un piccolo Dio”: osservando tutto dall’alto può compiere 250 azioni diverse, tra cui promuovere biocarburanti, trasporti in comune, riciclaggio e ricerca. Un paesaggio di campagna si estende sullo schermo, ma seguendo le frecce si può “andare” anche in montagna, al mare o in città.
Luoghi come l’università, l’ospedale, il supermercato e l’aeroporto permettono diverse azioni per trasformare i loro edifici in eco-costruzioni o sfruttare fonti rinnovabili per i bisogni energetici.
Prima di passare all’azione, però, è opportuno leggere attentamente vantaggi e svantaggi di ogni operazione: non si può fare tutto, tempo e soldi sono limitati proprio come nella realtà.
Va tenuta d’occhio anche la quantità e il tipo di energia consumata per ogni attività: bisogna distinguere tra energia da fonti rinnovabili e energia da carburante. Inoltre pannelli solari o turbine eoliche forniscono energia “pulita”, ma sono oggetti relativamente complessi: per fabbricarli è necessario un processo industriale che causa anch’esso un certo inquinamento.
Per i meno esperti non è facile tener conto di tutti questi fattori. Il gioco offre quindi dei consigli; assomigliano a quelli che si leggono sui giornali: “Comincia con il rinnovamento e l’isolamento dell’edificio” oppure “le energie marine non vengono ancora sfruttate”. In gran parte, però, più che di suggerimenti si tratta di avvertenze: “Attenzione al consumo di petrolio, se consumi più petrolio di quel che riesci ad importare scoppierà una crisi”. Oppure: “Alcune azioni potrebbero necessitare più energia di quella che ti faranno risparmiare in futuro”. O addirittura: “Più gas a effetto serra emetti e più catastrofi ambientali dovrai affrontare”.
La realtà non è semplice, quindi non può esserlo neanche il gioco; è secondo questo principio che Eric Gorman, Romain Faugeron, e Benoit Santa Maria hanno realizzato Clim’City. A patto di non semplificare troppo le cose hanno deciso di assecondare anche chi non vuole “mettersi in gioco”. Chi vuole ottenere un quadro generale, o approfondire un determinato aspetto dei problemi ambientali può accedere all’expo del sito. Si tratta di una mostra online che fornisce oltre 300 documenti (video, audio, immagini, grafici) su 42 attività e luoghi diversi (dalla viticoltura alle foreste, dallo sport agli oceani) e descrive come il riscaldamento globale potrebbe modificarli.
Da gennaio la mostra e il gioco vengono distribuiti nelle scuole di Aquitaine, cittadina dove ha sede il centro Cap Sciences.
Un gioco indubbiamente istruttivo, ma proprio come un film o un libro relativi a simili tematiche, raggiunge il suo scopo quando influenza qualcosa al di fuori della sua sfera: la realtà.
22 Febbraio 2009 - Scrivi un commento