Il vincitore è umbro: è il Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre s.r.l. (AMU), che comprende enti pubblici (vari Comuni e le Province di Perugia e Terni) e soggetti privati (società di servizi, aziende agricole, industrie delle acque minerali…), e ha proposto un progetto per la produzione di energia da biomasse agricole e legname locale. Un’idea partita da un territorio ristretto, ma che – si legge nelle motivazioni della Commissione Europea – si è presto allargata e sta facendo scuola nel nostro Paese.
In sostanza, il progetto comprende l’intera filiera di produzione, trasformazione e uso finale di biomasse agricole (paglia, residui delle colture, potature…), ma anche di colture dedicate (pioppo e sorgo da fibra): dunque materie prime sia di recupero che provenienti da fonti “dedicate”, ma sempre di origine naturale, che vengono appunto usate per la produzione di energia “pulita”. Il tutto con ricadute non solo sul risparmio energetico, ma anche sulla creazione di nuove attività e opportunità economiche, che – a detta dei sostenitori del programma – cresceranno nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita.
Questa è dunque la dimostrazione di come, lavorando a partire da una dimensione locale e raccogliendo forze sia pubbliche che private, si possono raggiungere grandi risultati sul terreno della produzione di energie rinnovabili. Un premio al coraggio di amministratori locali e soggetti privati, che hanno lavorato insieme e hanno investito in un campo, quello delle eco-energie, che in Italia è ancora poco radicato.
Lo stesso principio – il coinvolgimento a più livelli della comunità nel dar vita a iniziative a favore della produzione di energia sostenibile – è alla base anche dell’altro progetto premiato ex-aequo con quello italiano, e cioè un progetto di efficienza energetica sperimentato nella città britannica di Thurrock, che incoraggia i cittadini (specie quelli più deboli) ad adottare soluzioni di isolamento termico degli edifici e di ottimizzazione dell’efficienza degli impianti di riscaldamento.
La Campagna See ha raccolto ottimi risultati quest’anno, eccellenti se visti da una prospettiva italiana: infatti ben cinque dei venticinque progetti arrivati “in finale” provengono dal nostro Paese, e 47 progetti, sui 251 presentati alla Commissione, sono made in Italy: “Un gran bel risultato per una Campagna che si propone nel nostro Paese di fornire il supporto necessario per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea al 2020”, ha affermato Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente.
Le altre quattro nomination sono andate all’Istituto Oikos per la categoria Programmi di Cooperazione, ad Agenzia Casa Clima e alla Provincia di Reggio Emilia nella categoria Dimostrazione e Disseminazione, e infine alla Fondazione Anci Ideali nella categoria Comunità Sostenibili, la stessa del progetto umbro.
I SEE Awards hanno celebrato quest’anno la terza edizione: ci auguriamo che anche nei prossimi anni siano di stimolo a tanti progetti davvero virtuosi nell’ambito delle rinnovabili.
19 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
Addirittura in Norvegia stanno per entrare in funzione 300 bus pubblici che vengono alimentati con metano prodotto dai rifiuti organici umani, quindi volendo si potrebbe anche utilizzare questo tipo di biocarburante per produrre energia elettrica e inoltre si ottiene meno materiale organico nelle fogne.
Bisognerebbe lavorare insieme e intervenire su tutte quelle associazioni e enti che indirizzino i privati a investire in questo settore.