Vivere Ecologico

Vivere ecologico. Perchè farlo?

E’ ormai chiaro che modificare il nostro stile di vita in senso ecologico è una questione di sopravvivenza planetaria, allora perchè vi sono ancora tante resistenze a cambiare mentalità e comportamenti? Forse perchè ci sembra di non avere alcuna immediata convenienza nel mutamento in atto. Ma è proprio così? In realtà la scelta ecologica porterà molti benefici anche alla nostra esistenza di ogni giorno.

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di Laura Bonaventura


E’ facile parlare di ecologia, meno facile è cominciare a mettere in pratica i tanti suggerimenti che provengono dai media, dalla scuola dei nostri figli, dalle campagne pubblicitarie, da molte nuove leggi e normative in via di approvazione. La nostra resistenza dipende sia dal fatto che cambiare le abitudini è sempre faticoso, sia dall’apparente assenza di un tornaconto personale a fronte dei sacrifici richiesti.

Quasi ogni gesto che compiamo ha un impatto positivo o negativo sull’ambiente che ci circonda e per acquisire nuovi comportamenti è necessario porci delle domande le cui risposte ci appariranno inizialmente “scomode”: con il tempo scopriremo invece come quegli sforzi, che sembravano non comportare alcun guadagno immediato per noi stessi, ci porteranno molti insospettati benefici.

Il tempo. Primo tra tutti i vantaggi è l’abbandono dei ritmi frenetici della “fast life” che viviamo all’insegna dell’imperativo: compra, spreca e corri più velocemente che puoi. Vivere ecologico sotto molti aspetti porta a rallentare i ritmi, a pensare alle implicazioni che le scelte più banali comportano per il benessere del pianeta e dell’intera popolazione mondiale e trovare soluzioni alternative, “a misura d’uomo”.

Usare i mezzi pubblici invece dell’automobile, o condividere quest’ultima con altre persone che facciano il nostro stesso percorso, rinunciare a quella enorme quantità di plastica che quotidianamente utilizziamo e buttiamo – dalla pellicola trasparente per coprire gli alimenti ai piatti usa e getta -, evitare i fast-food come la maggior parte dei cibi preconfezionati, preferire giocattoli in legno e materiali naturali per i nostri figli: tutto questo comporta tempi più lunghi per muoversi, cucinare, ore da dedicare ai bambini non più messi a tacere dal primo economico quanto pericoloso balocco cinese comprato alla bancarella.

Eppure tutto questo ha come effetto secondario il recupero di un tempo più umano; la scoperta che le attese possono essere impiegate per leggere, pensare, conversare; la possibilità di socializzare e di rivisitare il nostro modo di essere genitori, amici, colleghi; in generale un nuovo modo di essere.


La salute. Rispettare l’ambiente giova alla salute: mangiare cibi biologici, camminare di più per non inquinare con la macchina, non servirci di materiali e alimenti che è ormai noto essere tossici per l’organismo – dai contenitori in plastica per i cibi agli abiti contraffatti per i quali vengono utilizzati coloranti nocivi -, non contribuire a creare campi magnetici all’interno della casa, smettere di nutrirci con l’infinita varietà di bibite gassate, junk food o cibo spazzatura - dalle merendine agli snack dei distributori automatici -, abbandonare gli alimenti trattati, colorati, zeppi di conservanti, glutammato e via dicendo, non potrà che favorire il mantenimento della buona salute del nostro corpo.

Il risparmio. Ma tutto questo costa parecchio, direte voi, pensando che quanto è “biologico” o “ecologico” costa ancora praticamente il doppio dei prodotti comuni. Il risparmio avviene comunque quando ci rendiamo conto di non aver bisogno di almeno la metà di quello che solitamente acquistiamo, dai generi alimentari alle altre categorie di beni in commercio. Quindi si tratta di prediligere la qualità rispetto alla quantità, il che sarà utile anche per evitare l’accumulo di oggetti inutili nelle nostre case già stracolme.

Senza contare il risparmio energetico. Utilizzare razionalmente il riscaldamento, evitare di lasciare gli elettrodomestici in stand-by e soprattutto ridurne il numero, utilizzare lampadine a basso consumo e spegnere le luci quando si esce dalle stanze: tutto questo comporta una significativa riduzione delle nostre bollette.

L’attuale andamento dell’economia ci dà una mano: con meno soldi si compra meno, si mangia meno, si butta meno, si ricicla di più. Essere poveri dunque è ecologico? Forse non proprio, però aiuta. Comunque non esageriamo...


Tratta da www.windoweb.it
Il senso della vita. Alla base di una vita ecologica c’è l’assunzione di una nuova responsabilità rispetto a quei miliardi di uomini e donne che vengono sfruttati senza pietà per garantire a noi, benestanti occidentali, tutte le comodità a poco prezzo, e il riconoscimento di essere parte di quell’umanità, verso la quale abbiamo dei doveri, anche se fino adesso abbiamo preferito ignorarli e chiudere gli occhi anche di fronte all’evidenza. Così come è inevitabile cominciare a sentirci abitanti di un mondo che non è solo nostro, le cui risorse non sono inesauribili, un mondo che abbiamo già devastato oltre ogni immaginazione e che è invece nostro dovere conservare in buona salute per il bene di tutti i popoli e delle generazioni future.

Ecco dunque che, partendo da queste considerazioni, il senso che diamo alla nostra vita acquista un respiro più ampio, globale nel senso finalmente positivo della parola, e ne scaturisce un modo diverso e più consapevole di essere su questa terra.

E’ vero, non possiamo cambiare il mondo da soli, ma, modificando il nostro modo di vivere, contribuiremo con i fatti all’inversione di rotta che quasi tutti auspicano solo a parole e al tempo stesso daremo un esempio che forse qualcun altro deciderà di seguire. Perchè si raccoglie quello che si semina, anche quando si tratta di scelte di vita ancora fuori dall’ordinario.

11 Gennaio 2008 - Scrivi un commento
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