WWF

180 milioni per il futuro del Po. Più natura e meno cemento

Si sta per ultimare l’iter per l’approvazione del Progetto Strategico per la “Valle del fiume Po” che verrà discusso il prossimo 10 novembre.

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In questo periodo di forti piogge e rischio alluvioni si sta ultimando l’iter per l’approvazione del Progetto Strategico per la “Valle del fiume Po” che verrà discusso il prossimo 10 novembre: 180 milioni dal CIPE che rischiano di peggiorare la già critica situazione del più grande fiume italiano.

Nel “progetto”, che però è a tutti gli effetti un piano, nonostante premesse vaghe non ci sono interventi di rinaturazione e riqualificazione ambientale, gli unici realmente in grado di ridurre fortemente i rischi di dissesto idrogeologico e migliorare la qualità ambientale.

Si investe molto di più sul turismo soprattutto per rendere il fiume navigabile, con conseguenti opere a forte impatto ambientale; tutto ciò va nella direzione di canalizzare il fiume per la navigazione commerciale; non è un caso che l’AIPO (l’Agenzia interregionale per il Po, l’ex Magistrato per il Po) ha appena stanziato 150.000 euro su uno studio per la regimazione idraulica del Po tramite chiuse, traverse e conche di navigazione a supporto della navigazione commerciale.

Il progetto “Valle del fiume Po” non è inoltre accettabile per le scarse ed inadeguate considerazioni e valutazioni ambientali soprattutto per le aree di maggior valenza come quelle dei Siti di Importanza Comunitaria coinvolti.

Queste in sintesi alcune delle critiche del WWF Italia contenute nelle Osservazioni al documento “Un futuro sostenibile per il Po Azioni per la valorizzazione del capitale umano, naturale e culturale delle Terre del Po. PROGETTO VALLE DEL FIUME PO’. Progetto Strategico Speciale" che verranno illustrate il 10 novembre a Parma in occasione del secondo e ultimo forum di informazione pubblica convocato dall’Autorità di Bacino del Po nell’ambito del processo di valutazione Ambientale Strategica del ”progetto”.

Dei 180 i milioni di euro previsti dal progetto strategico sul Po, ben 39 sono per incrementarne la fruizione turistica, 81 milioni per arginature, difese spondali e opere per aumentare la capacità di laminazione, 8 milioni per la governance, 5 per l’assistenza tecnica oltre a 47 milioni per la conservazione dell’integrità ecologica che prevedono interventi di monitoraggio, ma anche azioni per contrastare la perdita di biodiversità e la risalita del cuneo salino è prevedibile – visto che non c’è dettaglio ulteriore di spesa e di interventi - che gran parte dei soldi vadano per queste ultime azioni dato che in genere si tratta di opere molto costose (es. barriere mobili).

“Ora il rischio è che le Regioni, Province e AIPO si spartiscano la ricca torta senza la necessaria e adeguata regia unitaria, visto che l’Autorità di Bacino del fiume Po, tra l’altro, è senza il Segretario Generale da quasi un anno. Il “progetto” è, in realtà, una grossa opportunità per la riqualificazione del fiume, traccia, infatti, uno scenario complessivo interessante ed innovativo che attualmente non trova riscontro nelle linee d’azione proposte e deve perciò essere ampiamente integrato per rispondere più adeguatamente alle normative internazionali ed alle esigenze di una gestione sostenibile del più importante bacino fluviale italiano" ha detto Enzo Venini presidente WWF Italia.

L’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee con alte concentrazioni di nutrienti e contaminazione da sostanze pericolose, la competizione nei diversi usi dell’acqua, la risalita del cuneo salino, la canalizzazione ed artificializzazione dell’alveo, le alterazioni nel trasporto dei sedimenti, ad estesi fenomeni di subsidenza, il dissesto idraulico e idrogeologico, l’invasione di animali e vegetali “alieni”, la perdita complessiva di biodiversità legata in buona parte alla scomparsa e degradazione di ambienti naturali di pregio sono i principali problemi che assillano il Po e che è necessario risolvere a partire da questo “progetto speciale”.

Per questo il WWF ribadisce la necessità di dare priorità al ripristino della qualità ambientale, alla rinaturazione, alla riduzione dell’artificialità del fiume e al recupero della sua funzionalità ecologica.

Nelle osservazioni del WWF non mancano le proposte concrete per salvaguardare il grande fiume.

Innanzitutto la sua “rinaturazione”, riforestando le sponde, ripristinando le aree naturali di esondazione, rimuovendo canalizzazioni e strutture artificiali obsolete che ne hanno compromesso funzionalità ed equilibri, operazione fondamentale per ridurre il rischio idrogeologico e migliorare la qualità delle acque. E poi una gestione del fiume a livello di bacino, che superi e coordini gli interessi spesso contrastanti delle Regioni o dei diversi usi dell’acqua, con l’obiettivo ben puntato sui vantaggi ambientali, economici e sociali che derivano da un fiume più naturale.

6 Novembre 2008 - Scrivi un commento
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