Durante questa riunione, i Ministri dovrebbero concordare la posizione europea sulla pesca al tonno rosso in vista della prossima riunione della Commissione internazionale per la Conservazione dei tonni in Atlantico (Iccat) che si terrà a in Marocco a Marrakesh dal 17 al 24 novembre.
L’attuale insensata gestione della pesca al tonno non porta da nessuna parte: la pesca italiana ha già perso oltre 15.000 posti di lavoro in sei anni e continua a bruciare ogni anno, insieme a tutta la pesca europea, decine di milioni di euro di aiuti pubblici. Se non fermiamo il saccheggio dello stock del tonno rosso in attesa di misure efficaci per reprimere la pesca pirata, presto perderemo anche questo importante comparto della pesca.
“I ministri di Italia, Francia e Spagna non sono stati capaci di fermare la pesca illegale al tonno rosso: bisogna fermarsi perché manca poco al disastro- avverte Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace - In Italia il tonno rosso viene pescato anche con le reti derivanti, i ‘muri della morte’ noti come spadare, che sono vietate dall’Iccat, dall’Onu e dall’Ue. Questi Ministri sono interessati solo a proteggere gli interessi dell’industria della Pesca: il Ministro Zaia si rifiuta di incontrare Greenpeace e non risponde nemmeno per lettera alle richieste di un cambiamento di rotta” aggiunge Giannì.
La situazione dello stock del tonno rosso è drammatica: il comitato scientifico dell’Iccat ha raccomandato di non pescarne più di 15.000 tonnellate l’anno, gli Stati membri dell’Iccat (su proposta dell’Ue)hanno adottato un piano che di fatto prevede di pescare 30.000 tonnellate l’anno, mentre secondo il comitato scientifico Iccat quest’anno in realtà sono state pescate oltre 60.000 tonnellate di tonno rosso.
Le richieste di Greenpeace sono state confermate da un rapporto di“autovalutazione” commissionato dall’Iccat a tre esperti indipendenti che hanno descritto la gestione Iccat del tonno rosso come “una disgrazia internazionale” e una “parodia di gestione della pesca”. Il rapporto sostiene quel che Greenpeace chiede da tempo: stop alla pesca fino a quando non ci saranno strumenti per lottare contro i pirati,riduzione dello sforzo di pesca e delle catture a livelli sostenibili e realizzazione di riserve marine, dove la pesca non sia concessa, nelle aree di riproduzione del tonno rosso.
Greenpeace ha presentato una proposta per una rete di trentadue riserve marine per difendere gli stock ittici e l’ecosistema del Mediterraneo.
Questa proposta comprende le maggiori aree di riproduzione del tonno rosso.
26 Ottobre 2008 - Scrivi un commento