Nella metro si è vicinissimi a centinaia di persone dai volti impassibili. Poche leggono, la maggior parte sono perse nei propri pensieri. A me piace immaginare la loro vita guardandone i visi, cercare di indovinare cosa si cela dietro quelle espressioni asettiche da metropolitana, quali storie, quali pensieri, quali vite amate e difficili dietro quelle rughe, quali paesi quelle pelli diverse si sono lasciati alle spalle, da quali miserie lottano per riscattarsi. Lì sotto sento la forza dei deboli. Mi piacerebbe fare domande, sentire i racconti, avere il potere di realizzare i desideri.
Non tutti vanno in metropolitana. La mattina, quando la densità è di circa dieci passeggeri per metro quadrato, si capisce che non è per tutti. Però mi piace la gente che ci va. La bellezza non va in metropolitana, la ricchezza neanche. Non ci vanno gli snob, i tipi trendy, non ci va chi si sente più figo degli altri. Nei vagoni si stringe un'umanità meravigliosa nella sua bruttezza stanca, vissuta, fatta di sacrifici, di ore sui mezzi pubblici, di risparmi per arrivare alla fine del mese. Facce sveglie dalle sei o prima, che iniziano giornate comuni... ma quando l'obiettivo le inquadra, le ingrandisce e le mette in primo piano, ecco che ognuna diventa interessante, unica, preziosa e appassionante.
A volte si sta così stretti che ci si immobilizza e sembra quasi che tutte le proprie facoltà siano bloccate fino a destinazione...tutti schiacciati come frittelle e anche la temperatura è quella della pentola sul fuoco. Inutile chiedersi il perché, nella metro i finestrini sono sempre serrati. Un milione di persone dentro un vagone e i finestrini ermeticamente chiusi. L'aria si fa pesante, centinaia di virus del raffreddore nuotano felici in quella popolata umidità; si suda, ci si sente appiccicosi, e silenziosamente si soffre. A volte però qualcuno si alza, apre il finestrino e una folata di aria fresca raggiunge i fortunati lì intorno. I volti si illuminano e si tira un vero e proprio sospiro di sollievo; qualcuno guarda grato il liberatore e tutti sembrano domandarsi: "Perchè non ci ho pensato prima?". E' una buona domanda, me la faccio spesso anch'io, dato che in mille situazioni della vita basta pochissimo per stare meglio: non c'è bisogno di vincere alla lotteria e spostarsi con il proprio jet personale...in fondo è sufficiente aprire un finestrino.
6 Maggio 2008 - Scrivi un commento