La Cina infatti, secondo uno studio dell’Università della California, ha appena superato gli Stati Uniti piazzandosi al primo posto nella classifica dei paesi inquinatori e a Pechino il livello di inquinamento dell’aria è cinque volte superiore al massimo definito tollerabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questi dati hanno creato il panico in buona parte degli atleti, dal momento che respirare aria inquinata per lungo tempo e in situazioni di affanno può provocare gravi problemi cardiovascolari, senza contare che le polveri sottili possono depositarsi nei polmoni o venire assorbite dal sangue e che l’allenamento in simili condizioni ambientali può causare l’insorgenza dell’asma anche in chi non ne sia affetto.
Ancora più drastico è stato Haile Gebrselassie, recordman mondiale per la maratona (2h04'26" a Berlino nel 2007), vincitore di due ori olimpici (Atlanta 1996 e Sidney 2000) e di quattro ori mondiali (Stoccarda 1993, Goteborg 1995, Atene 1997, Siviglia 1999): ha dichiarato che correre 42 chilometri nell’inquinamento di Pechino potrebbe compromettere la sua salute e la sua carriera, e che quindi gareggerà solo sui 10.000 metri. L’atleta etiope, che ha 35 anni e soffre d’asma, preferisce puntare sui giochi olimpici di Londra del 2012, dove conta di battere il suo stesso record restando sotto il tetto di 2h e 3'.
Il rifiuto di “Gebre” è stato una pessima pubblicità per gli organizzatori cinesi, i quali stanno lavorando da anni per dimostrare al mondo intero di saper dare vita all’” olimpiade perfetta”, dimostrazione del potere e della prosperità nazionale. Proprio a seguito dello smacco ricevuto, il portavoce del ministero degli esteri ha dichiarato che il governo cinese sta lavorando da dieci anni per ridurre l’inquinamento dell’aria e che Pechino ha adottato “200 misure” efficaci a tale scopo. Ha inoltre affermato che nel 2007 la Capitale ha avuto 246 giorni di cielo azzurro – definizione che indica un basso livello di inquinamento -, segnando un netto miglioramento rispetto al 2006. Questo dato è stato però contestato dal Wall Street Journal, che ha citato esperti secondo i quali il miglioramento è stato ottenuto semplicemente spostando due rilevatori ambientali dalle zone industriali ad aree più verdi.
C’è qualcosa di più significativo di questi rimedi temporanei? Forse possiamo riporre maggiori speranze nell’annuncio del governo cinese di voler creare un ministero dell’ambiente. Tuttavia i timori restano. Pensiamo che, per risolvere il problema delle piogge durante le olimpiadi, la Cina ha predisposto una vera e propria guerra chimica.
D’altra parte bisogna capirli, dal 2001 hanno investito 40 miliardi di dollari in opere connesse alle olimpiadi e il bellissimo stadio olimpico da 91.000 posti, chiamato “Nido d’uccello”, è completamente scoperto!
Tutta la vicenda delle “olimpiadi inquinate” ci fa comunque riflettere: una manciata di atleti deve recarsi in Cina per breve tempo ed ecco un’infinità di iniziative per evitare che i loro preziosi polmoni vengano danneggiati dalle polveri presenti nell’aria. Ma i polmoni del miliardo e trecentoventi milioni di cinesi che in Cina abitano stabilmente non sono altrettanto preziosi? Perchè loro possono inalare anidride carbonica ogni giorno della vita senza che si alzi un dito per salvaguardare la loro salute?
Così, inevitabilmente, penso al mio appartamento al primo piano su un’incrocio trafficatissimo; penso agli ultimi cento metri che faccio trattenendo il respiro perchè lì, con fiumi di auto in coda ai quattro semafori, sembra non esserci più ossigeno; penso all’aria che dalle finestre filtra nel mio appartamento e al mio bambino la respira; penso che la sera, al ritorno dal lavoro, mi piacerebbe fare una passeggiata nel quartiere, ma lo smog e il rumore lo rendono impossibile. Penso che anche questo non è giusto, che non si dovrebbe vivere in città come camere a gas, e mi chiedo ancora una volta perchè nessuno alzi un dito per cambiare tutto questo.
25 Maggio 2008 - Scrivi un commento