Nel gennaio 2009 il pannello di esperti che controllano il marketing del latte in polvere in Australia ha ravvisato una violazione, da parte di Bayer Australia, dell'accordo sul Marketing in Australia of Infant Formulas (MAIF). L'organo di controllo lo ha rivelato nel suo rapporto annuale 2008/2009 che è stato discusso in Parlamento giovedì scorso.
Bayer è firmataria dell'accordo che mira a proteggere e promuovere l'allattamento al seno e a garantire l'uso appropriato dei sostituti del latte materno secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
A seguito di una segnalazione, il pannello ha ritenuto che la Compagnia abbia violato l'accordo, pubblicando, in una rivista per medici del 2007, una pubblicità intitolata "Metti a nanna i problemi di allattamento". La pubblicità contiene immagini di una casa con le luci accese di notte e elenca una serie di problemi di allattamento che il prodotto della Bayer pretende di alleviare.
Il pannello di esperti ritiene che la pubblicità in questione sia in violazione dell'accordo perché contiene informazioni che non sono scientifiche né basate su fatti. Nel rapporto è scritto: "La frase 'Metti a nanna i problemi di allattamento' non contiene informazioni scientifiche né basate su fatti, ma è semplicemente uno slogan che, si può ragionevolmente ritenere, idealizza l'uso del latte in polvere per bambini".
L'intera pubblicità amplifica l'idealizzazione dell'uso del latte in polvere proposta dallo slogan, dando l'impressione generale che il latte in polvere risolva una serie di problemi legati all'allattamento. "Cioè, problemi che hanno sia i bambini allattati al seno che quelli che allattati col latte in polvere".
"Perciò la pubblicità può essere ragionevolmente considerata una idealizzazione dell'uso del latte in polvere, tale da sminuire il valore l'allattamento al seno".
Secondo l'accordo, i produttori e gli importatori che lo hanno volontariamente sottoscritto, non possono pubblicizzare o promuovere il latte in polvere al pubblico. Possono fornire informazioni agli operatori sanitari purché queste siano limitate a questioni scientifiche e fattuali e non implichino che l'allattamento artificiale sia equivalente o superiore all'allattamento al seno.
Il rapporto aggiunge che la pubblicità, dopo la sua comparsa sulla rivista medica, non è più stata pubblicata e che la Compagnia ha affermato di non volerla utilizzare in futuro.
Non ci sono sanzioni legali o finanziarie legate alla violazione dell'accordo MAIF.
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