JJ3, a differenza della maggior parte dei suoi simili, non temeva gli esseri umani e spesso si inoltrava fino ai centri abitati alla ricerca di rifiuti con cui nutrirsi.
Per allontanarlo le autorità competenti più volte l’hanno colpito con proiettili di gomma e petardi: azioni intimidatorie che però non hanno dissuaso l’orso dall’avvicinarsi alle abitazioni ma, piuttosto, l’hanno spinto a cercarne di più tranquille.
Nonostante l’orso sia una specie protetta in base ad una Convenzione Internazionale ed alla legge sulla caccia, la Svizzera ha autorizzato l’uccisione dell’animale in virtù della Strategia Orso, vigente nel paese ed elaborata dall’UFAM (Ufficio Federale dell’Ambiente), che prevede l’abbattimento degli esemplari pericolosi.
Nel sito dell’UFAM si legge in riferimento alla vicenda: “Non avendo paura dell'uomo, vi era il rischio che aggredisse e ferisse delle persone. Poiché si trattava di un rischio inaccettabile, è stato necessario abbattere JJ3 per motivi di sicurezza”. D’altra parte però Kurt Eichenberger, responsabile biodiversità del WWF Svizzera sostiene che JJ3 «non ha però mai dato segni di aggressività e non si poteva quindi considerarlo “pericoloso”». Secondo Eichenberger le autorità svizzere avrebbero dovuto continuare le azioni intimidatorie e sfruttare la vicenda come “un’occasione per sperimentare la coabitazione con un orso problematico e di sensibilizzare la popolazione su come si debbano gestire i rifiuti in presenza di un animale di questo tipo”.
La vicenda di Jj3 non ha indignato soltanto il WWF ma ha amareggiato tutti coloro fermamente convinti che si potesse trovare una soluzione meno drastica per garantire la sicurezza dei cittadini.
Nei giorni precedenti il 14 Aprile, ad esempio, lo zoo di Berna si era offerto di prendere l’orso in custodia mentre la LAV aveva proposto il trasferimento dell’animale in una zona lontana dai centri abitati.
Proposte, queste, non accettate dalla Svizzera che ha ritenuto più conveniente eliminare JJ3 a colpi di arma da fuoco anziché addormentarlo per trasferirlo in un luogo opportuno. Per addormentare un orso bisogna avvicinarsi ad una distanza di 30 metri al massimo, per abbatterlo ci si può mantenere lontani di 200 metri: ad una simile distanza l’uomo non corre rischi e l’orso, simbolo di forza e ferocia, paradossalmente cade indifeso come un insetto.
E allora chi è il più feroce?
La morte di JJ3 indigna ma non stupisce: da tempo siamo abituati alla presunzione di onnipotenza dell’uomo, convinto di poter sempre e comunque decidere le sorti degli esseri viventi “inferiori”. E particolarmente crudele è il destino toccato agli orsi italiani della linea genealogica JJ.
Alla fine del 2006 Bruno, ovvero JJ1, è stato abbattuto in Baviera perché, come il fratellastro, considerato pericoloso per l’uomo mentre Lumpaz, JJ2, arrivato in Engadina nell'estate 2005, è scomparso.
«Meglio un giorno da leone o 100 da pecora?»
«Fai cinquanta da orsacchiotto», rispondeva il grande Massimo Troisi (in Scusate il ritardo, film del 1983). Forse JJ3 avrebbe qualcosa da ridire…
19 Aprile 2008 - Scrivi un commento