È morto Colin Ward, uno dei maggiori pensatori anarchici della seconda metà del ventesimo secolo. Nato a Londra nel 1924 e morto a Ipswich lo scorso 11 febbraio, Colin Ward nella sua vita è stato architetto, insegnante e scrittore, ma soprattutto uno degli anarchici inglesi più influenti e innovativi.
Grazie alla particolare rivista “Anarchy”, da lui pubblicata negli anni sessanta, elabora un anarchismo pragmatico che vede già all'opera nella vivente realtà sociale forme di organizzazione non gerarchica che rendono concreta l'ipotesi di un'anarchia del qui e ora. Molte delle sue ricerche si sono infatti concentrate sui modi “non ufficiali” con cui la gente usa l'ambiente urbano e rurale rimodellandolo secondo i propri bisogni.
Autore di una ventina di libri su temi sociologici e urbanistici, come il vandalismo e gli orti urbani, l'occupazione di case e l'autocostruzione, ha lungamente curato una rubrica per il “New Statesment & Society” e collaborato regolarmente con “The Guardian”.
In italiano sono apparsi diversi suoi scritti fra cui:
Anarchia come organizzazione (2006),
Dopo l'automobile (1997);
Acqua e comunità (2003); Conversazioni con Colin Ward (2003), insieme a David Goodway;
L'anarchia, un approccio essenziale (2009)
tutti pubblicati da Elèuthera, e inoltre
La città dei ricchi e la città dei poveri (E/O 1998),
Il bambino e la città (L'Ancora del Mediterraneo 2000).
Acqua e Comunità
L'acqua, risorsa primaria per l'esistenza umana, è un bene comune che appartiene a tutti. eppure, dalla... Continua... |