WWF

6 miliardi per il ponte, ma il territorio si sgretola

Il Governo investe 6,3 miliardi di euro nel ponte sullo Stretto mentre il terreno intorno continua a sgretolarsi e non si trovano i fondi per finanziare la ricostruzione di Giampilieri e Scaletta, i due paesi colpiti dal nubifragio. La protesta del Wwf.

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Ponte sullo Stretto di Messina
Il ponte sullo stretto: unìopera colossale nella quale il Governo investe oltre 6 miliardi di euro. Intanto il territorio intorno continua a sgretolarsi
"Il gioco non vale la candela: è un gioco grottesco assistere alla propaganda governativa sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina mentre continua a sgretolarsi il territorio, ad ultimo a San Fratello alle pendici dei Nebrodi (sempre nel messinese).

In questa situazione è indecente congelare 1,3 miliardi di euro, come ha fatto il Governo, quando ancora poi il Governo non trova le ingenti somme necessarie solo per rimarginare le gravi ferite di Giampilieri e di Scaletta", commenta il WWF Italia.

Che aggiunge: "Non si può pensare di investire nel futuro 6,3 miliardi in un'opera la cui fattibilità tecnica è stata messa in discussione anche dalla Corte dei Conti nella recente indagine 'Esiti dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina' (23 dicembre 2009) mentre non si dispone di somme per mettere in sicurezza tutto il territorio che frana giorno dopo giorno.

Ma soprattutto non si può pensare di intervenire con il tallone di ferro che sarebbe necessario per la costruzione del ponte e delle opere connesse in fasce costiere sul versante calabrese come in quello siciliano in un così precario equilibrio idrogeologico”.

Il WWF Italia osserva che il ponte non sarebbe solo un costo gravosissimo per le casse pubbliche (anche a regime lo Stato dovrebbe contribuire con oltre 138 milioni di euro ogni anno per la sua gestione) ma sarebbe un amplificatore perverso dei già gravi problemi del territorio nelle Province di Messina e Reggio Calabria.

Il "peso" del ponte e delle opere connesse non è sostenibile. WWF ricorda che si vorrebbe costruire, in una delle aree a più alto rischio sismico del Mediterraneo un ponte sospeso a doppio impalcato stradale e ferroviario lungo 3.300 metri, con torri che lo sorreggono alte 382,60 m, con scavi di fondazioni della profondità di oltre 50 metri.

Il territorio verrebbe stravolto anche da cantieri, che dureranno come minimo 6 anni, per la realizzazione di oltre 40 km di nuove strade (20,3 km) e linee ferroviarie (19,8 km). Per realizzare tutto questo e sono dati prudenziali si prevede: un fabbisogno complessivo di inerti pari a 3.540.000 metri cubi di materiali (di cui 1.750.000 vengono da cave); e una produzione di materiali provenienti dagli scavi per un totale di 6.800.000 metri cubi (di cui 1.790.000 vengono riutilizzati e 5.010.000 andranno a deposito).

Con un coinvolgimento nell'insediamento delle aree di cantiere, nelle attività di cava, di deposito e di trasporto di un ampio territorio delle due aree metropolitane per almeno 12 anni.

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15 Febbraio 2010 - Scrivi un commento
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