Come è possibile? È presto detto. Il testo è stato sottoscritto in base all'ordinanza n.3275 della Presidenza del Consiglio del 2003 (di Berlusconi insomma), ordinanza che è stata emanata per fronteggiare rischi di natura terroristica legati alla crisi internazionale di quegli anni. Insomma, un'"emergenza" sanitaria viene considerata e trattata come fosse un'emergenza terroristica.
Ma perché è stato scelto un livello di riservatezza così alto per questo contratto? Quali sono le motivazioni di scelte di questo genere? Anche qui la risposta è semplice e per trovarla basta guardare, ora che finalmente è possibile, tra gli articoli del contratto stesso.
Articolo 1. Novartis è obbligata a produrre il vaccino e rispettare il contratto solo finché questo si rivelasse ragionevole da un punto di vista commerciale. Se per qualche motivo "ragionevole" non addebitabile alla multinazionale, la Novartis non potesse continuare la produzione, lo Stato è comunque tenuto a pagare.
Articolo 3. La multinazionale si impegna a consegnare il vaccino entro una certa data ma qualora non ce la facesse è sufficiente avvisare il ministero 7 giorni prima. E se il ministero non potesse più ritirare il prodotto, la Novartis potrà rivenderlo ad altri e comunque fatturare al ministero quanto non ritirato.
Articolo 4. se il vaccino dovesse risultare dannoso per la salute "Il Ministero è tenuto a indennizzare, manlevare e tenere indenne la Novartis da qualsiasi perdita che l'azienda sia tenuta a risarcire in conseguenza di danni a persone e cose causati dal prodotto". Insomma, se il vaccino crea un danno al vaccinato non paga la Novartis ma lo Stato, cioè noi.
Articolo 5. Ogni fiala di vaccino costa 7 euro più IVA per un totale di 184 milioni di euro.
Articolo 9. Nel caso il vaccino non avesse ottenuto l'autorizzazione alla messa in commercio, il ministero avrebbe comunque dovuto corrispondere alla multinazionale un forfait di 24 milioni di euro netti. Per fortuna, o purtroppo – a seconda di come la si voglia vedere – l'autorizzazione è stata data e ora sono 184 i milioni che lo stato deve a Novartis.
I dettagli del contratto con la multinazionale svizzera arrivano in questi giorni sull'onda degli ultimi dati relativi all'influenza e alle vaccinazioni e per questo fanno ancora più scalpore. Dei 24 milioni di dosi ordinate, solo 10 sono stati consegnati e distribuiti alle ASL che ne hanno usate 865000, appena il 4%. È vero che la stagione influenzare non è ancora finita, è vero che una nuova "ondata" (come la chiamano gli esperti) è sempre dietro l'angolo, ma è vero anche che l'estensione della possibilità di vaccinarsi agli over 65 con patologie croniche sa molto di saldi di fine stagione. Se poi qualche dubbio restasse sulla natura mediatica della pandemia, con questi ultimi dati direi che il velo di maya è stato finalmente squarciato.
A seguito dello scarso successo del vaccino e dei rilievi della corte dei conti che ha già dichiarato anomale le condizioni contrattuali di acquisto dello stesso (tutte a sfavore dello Stato come abbiamo visto), anche il Codacons ha aperto una class action perché venga bloccato il pagamento delle dosi di vaccino non utilizzate. Insomma, i cittadini italiani non solo non hanno voluto fare il vaccino, storditi dalla confusione mediatica e dai messaggi contraddittori, ma non ci stanno a pagare un vaccino che a questo punto è facile classificare come inutile. In sintesi: hanno tentato di fregarci, non ci siamo cascati e non vogliamo pagare!
Dopo giorni di silenzio finalmente Fazio, che ha annullato l'ordinativo di metà delle dosi di vaccino previste, ha fatto sapere che il 10% delle dosi acquistate dallo stato italiano verranno donate all'OMS perché le distribuisca nei paesi poveri. Aggiunge poi che i vaccini acquisiti non verranno sprecati (anche se scadono entro 12 mesi dalla data di produzione) e che "Abbiamo agito secondo il principio di precauzione". Se così fosse chi ha fatto le stime sui contagi e sulle necessità andrebbe, a nostro giudizio, quanto meno messo in discussione, e se anche ciò accadesse non credo che l'argomento possa essere chiuso in questo modo.
Nonostante il ministro continui, infatti, a non rispondere alle domande sul contratto Novartis, il problema rimane e dall'opposizione cominciano finalmente ad alzarsi voci per una commissione parlamento d'inchiesta.
Ma non è tutto, le accuse di Wodart si sono infatti spinte oltre, molto oltre. Secondo il parlamentare europeo le multinazionali avrebbero infiltrato i loro uomini all'interno dell'OMS al fine di ammorbidire la definizione stessa di pandemia e spingere l'organo internazionale a dichiarare così l'emergenza. Wodart non ha fatto alcun nome, ma pare chiaro il riferimento almeno a Roy Anderson contemporaneamente membro del consiglio di amministrazione della Glaxo Smith Kline e consulente del governo britannico proprio per l'influenza AH1N1.
A seguito dell'intervento del parlamentare tedesco, nei prossimi giorni in Europa si discuterà quindi dell'opportunità di aprire un'indagine a riguardo.
Dopo l'aviaria, dopo il tamiflu e dopo tante altre "suine" che negli ultimi anni ci hanno propinato, sembra finalmente giunto il momento della verità. Noi lo sapevamo da tempo e i segnali che la presunta mortalità dell'influenza A fosse solo mediatica c'erano tutti, ora però ci sono documenti e ci sono parlamentari, italiani ed europei, che chiedono conto di quanto avvenuto negli ultimi mesi. Di sicuro la credibilità dell'OMS ne uscirà danneggiata, e di molto. Di sicuro i cittadini italiani ne sono usciti bene, solo in pochi - comunque troppi - sono caduti nella trappola del vaccino, dubito che ripeteranno l'errore.
La speranza è che tutto questo allarmismo inutile, al solo scopo di ottenere introiti più elevati, abbia insegnato ai cittadini che bisogna informarsi da fonti diverse - non bastano i TG - confrontarsi e decidere con coscienza, la corsa al vaccino del momento potrebbe avere conseguenze più negative che positive.
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