Ma a questa distanza cognitiva non sempre corrisponde una distanza temporale o geografica reale. Esistono, spesso a pochi chilometri da noi, spazi verdi semi-incontaminati, in cui le stagioni dettano ancora il tempo e l'uomo può provare di nuovo un brivido di sgomento nel sentirsi improvvisamente misero e vulnerabile a cospetto del più perfetto dei meccanismi di cui – per una volta – non è creatore ma misero ingranaggio.
La riserva del Lago di Penne è uno di questi luoghi, un'oasi di 150 ettari, situata fra il Gran Sasso e la Majella, nel nord dell'Abruzzo. La sua storia ha inizio negli anni ottanta, quando un gruppo di ambientalisti decide di occuparsi della tutela naturalistica del bacino, costruito artificialmente nel restringimento della valle del Fiume Tavo ma divenuto ben presto habitat ideale per centinaia di specie animali e vegetali. A trasformarlo definitivamente in riserva ci pensano pochi anni dopo due leggi regionali, la prima del 1987 e la seconda dell'89, che istituiscono anche una fascia di protezione esterna di 1000 ettari in cui è vietata la caccia.
Ma come hanno fatto? Dal punto di vista energetico seguendo due semplici criteri: il risparmio e l'utilizzo di energie rinnovabili. Il primo perseguito con la costruzione di edifici e sistemi ad alta efficienza energetica e l'educazione al consumo consapevole – l’oasi si presta alle attività didattiche di educazione ambientale con le scolaresche. Il secondo con l'utilizzo di più fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idrogeno e biomasse) integrate fra loro nel progetto “Energia per la terra”, che dovrebbe garantire entro breve la totale autosufficienza energetica dell'intero complesso.
Dal lato economico/organizzativo, si seguono i dettami del turismo responsabile. Dunque si riconosce la centralità delle comunità locali ospitanti ed il loro diritto ad essere protagoniste nello sviluppo turistico sostenibile; si rende la riserva accessibile a tutti abbattendo le barriere architettoniche e creando strutture apposite per i disabili; si organizzano attività coinvolgenti – visite guidate, visite tematiche, settimane verdi, campi scuola, campi avventura per ragazzi, famiglie e adolescenti, corsi di formazione, stage, ricerca scientifica, scambi internazionali, mountain-bike, scuola di volo, cavallo, arrampicata – nel totale rispetto dell'ecosistema circostante.
I visitatori sembrano gradire. Dall'89 ad oggi l'incremento di turisti è stato di oltre il mille per cento: neanche 1.500 furono le visite nell'anno di istituzione del parco, quasi 16 mila sono state nel 2001, ultimo anno di cui sono disponibili i dati. Il flusso positivo si estende alle zone limitrofe e anche l'antico borgo di Penne sembra beneficiarne, con un notevole incremento del turismo nell'ultimo periodo.
La riserva naturale del Lago di Penne è un esempio brillante di come sia possibile integrare lo sviluppo tecnologico con il rispetto per l'ambiente, facendo quadrare i bilanci. E uno spunto per riflettere sul nostro ruolo – quello che vorremo scegliere – nel grande ecosistema chiamato terra.
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