“Ieri sera Copenhagen è stata la scena di un crimine. I responsabili sono stati i primi a fuggire verso l’aeroporto coperti di vergogna. I leader del mondo avevano tra le mani l’opportunità di una generazione che poteva cambiare il destino del Pianeta che sta correndo verso impatti climatici irreversibili. Ma alla fine hanno concluso un misero accordo con scappatoie talmente grandi da farci passare anche l’Air Force One”.
“Nel corso degli ultimi mesi una serie di Paesi in via di sviluppo ha mostrato la disponibilità a fare la propria parte nella riduzione delle emissioni. La vergogna per il fallimento del vertice è dunque dei Paesi industrializzati, e in particolare degli Stati Uniti che non hanno sottoscritto impegni ambiziosi e hanno affossato i negoziati”.
“Anche l’Europa ha la sua responsabilità: di fronte all’accordo al ribasso proposto dagli Stati Uniti, i leader europei non hanno utilizzato la propria forza politica e negoziale, restando a guardare. La vergogna di Copenhagen deve essere rimossa il più velocemente possibile, entro la metà del 2010”.
“Non è ancora finita. Milioni di persone nel mondo hanno chiesto un accordo serio prima che il summit avesse inizio, e continueranno a farlo. Possiamo ancora salvare il futuro di centinaia di milioni di persone nel mondo, ma adesso è molto più difficile. La società civile ora ha il compito di raddoppiare i propri sforzi per portare la lotta ai cambiamenti climatici in ogni angolo della vita pubblica: dai palazzi della politica, a tutti i livelli, alle strade. La scelta è tra cercare di cambiare la nostra società, o accettare di soffrire le conseguenze di questa”.
Ironia della sorte, i tre attivisti che giovedì notte hanno aperto uno striscione all’interno del Gala Dinner dei capi di Stato, dovranno trascorrere tre settimane in carcere lontano dalle proprie famiglie proprio nei giorni di Natale. Non c’è dubbio che loro sono stati dei veri ‘leader’, mentre i politici che hanno lasciato Copenhagen sui propri jet privati sono i perdenti.
La lettera integrale di Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International (in italiano)
18 Dicembre 2009 - Scrivi un commento