Assillato da gravi problemi di salute dovuti alle sperimentazioni con i pesticidi e a conoscenza dei numerosi studi sui danni ambientali prodotti da queste sostanze, cominciò a occuparsi di nuove metodologie di rafforzamento delle colture mediante microrganismi e batteri della fotosintesi con cui ottenne dei risultati eccellenti sui suoi frutteti sperimentali.
La peculiarità unica di questa scoperta è costituita dal fatto che gruppi diversi di batteri e microrganismi possono vivere in simbiosi in colture ad hoc al contrario di quello che si presumeva e che sono in grado di influire sul ciclo biochimico del nostro ambiente facendolo passare dalla fase che Higa ha definito degenerativa (cioè ossidativa) a quella rigenerativa, ossia favorendo un'attività biologica antiossidante. In parole povere queste miscele di microrganismi, definite microrganismi effettivi (EM), sono in grado di migliorare le proprietà nutrizionali e qualitative degli alimenti, dei terreni e delle acque e lo stato di salute di tutti gli esseri viventi, siano essi piante, animali o umani.
Il principio di coesistenza benefica e biologicamente costruttiva di popolazioni antagoniste di microrganismi proposto dal prof. Higa è discusso e non è ancora scientificamente comprovato e riconosciuto. Il prof. Higa nei primi anni di studio ha cercato di coltivare in vitro queste miscele di batteri ma senza successo.
Solo quando, sconfitto l'ennesima volta, gettò la sua intera raccolta di microrganismi nel prato antistante il laboratorio fece il passo decisivo senza saperlo. Infatti, dopo qualche tempo si accorse che in quell'angolo il prato era molto più verde e brillante rispetto al resto del giardino trascurato e ingiallito. Higa ne dedusse quindi che nell'ambiente naturale i microrganismi riescono a collaborare in un modo che in laboratorio non è pensabile e iniziò a sperimentare direttamente “sul campo” in un'ottica diversa.
Gli usi dei microrganismi effettivi nel mondo nel frattempo sono diventati vari. Ne possiamo qui citare alcuni: concimazione dei terreni in agricoltura e trattamenti antiparassitari, recupero di terreni degradati, sabbiosi, salmastri o aridi, depurazione delle acque (contro putrefazioni o eutrofizzazioni), trasformazione di acque reflue in acque bianche, smaltimento e riciclo dei rifiuti, abbattimento delle emissioni di gas inquinanti nelle discariche, disinfestazione negli allevamenti di animali, trattamento di liquami di animali e manutenzione delle stalle, detersione casalinga di piatti stoviglie e pulizia della casa, produzione di integratori alimentari per uso umano e di fertilizzanti per orti e giardini, ideazione di rimedi per i problemi dell'apicoltura ecc.
Ad oggi non si conoscono effetti collaterali conseguenti l'uso di questi microrganismi.
Rimane però il problema del non riconoscimento di questo metodo a livello scientifico. Soprattutto il cosiddetto principio di prevalenza del prof. Higa non è accolto con entusiasmo dalla comunità scientifica. E tutto il nocciolo della questione sulla efficacia o meno degli EM si fonda su questo paradigma concettuale e della microbiologia.
Lo possiamo riassumere estrapolando un brano descrittivo da un testo interessante sull'argomento:
«Supponiamo che:
- fatto 100 il totale, il 5% sia costituito da microrganismi responsabili dei processi rigenerativi, cosiddetti “benefici”;
- un ulteriore 5% sia rappresentato dai microrganismi responsabili dei processi degenerativi, cosiddetti “dannosi”;
- il restante 90% corrisponda a microrganismi opportunisti, che adeguano il proprio comportamento a quello predominante collocandosi semplicemente nel piatto della bilancia in cui si trova già la maggioranza.
Questo principio, come si vede, potrebbe rivestire un interesse fondamentale anche a livello sociologico. Basti pensare a una campagna di boicottaggio di tipo ecologista per rendersene conto immediatamente. Oppure allo sviluppo di un determinato stile di vita virtuoso da parte di individui o enti amministrativi.
Eppure, nonostante l'urgenza di comprove e sperimentazioni in tal senso, i soldi della ricerca vengono abitualmente indirizzati ad altri ambiti molto più remunerativi. I microrganismi sono in natura da miliardi di anni prima di noi e non si possono certo brevettare! Senza pensare a tutta quella serie di sostanze di sintesi che con l'uso degli EM verrebbero messe fuori commercio o rimarrebbero inutilizzate.
Quello che ci possiamo augurare è che davvero il principio di prevalenza (o dominanza) predomini realmente anche nelle nostre società e che i numerosi progetti con tecnologia EM realizzati ormai in tutto il mondo (anche in Italia) diventino un esempio in continua crescita, questa sì, molto probabilmente, più naturale e sana che non quella chimica e industriale che entusiasma tanto i nostri uomini politici e scienziati e ahimè non solo loro.
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