Elezioni giapponesi: è l’ora della rivoluzione verde

Svolta ambientalista per il Giappone. Vincitore alle ultime elezioni, Yukio Hatoyama, ha annunciato di voler ridurre del 25% le emissioni di gas serra entro il 2020. Un impegno importante che ci si augura venga rispettato.

di Andrea Boretti

Il Giappone è la seconda economia del mondo, il Giappone dal dopoguerra in poi, pur cercando di mantenere un substrato della vecchia cultura tradizionale, si è sostanzialmente dato un’anima sempre più commerciale e votata al consumismo. Qualunque prodotto, anche il più assurdo e inutile, ha in Giappone un potenziale acquirente e spesso, più caro è meglio è!

Sulla scia di questa folle logica, secondo cui tutto è vendibile e chiunque deve poter comprare qualunque cosa, il Giappone negli anni - oltre alla sua anima - ha venduto anche il proprio patrimonio ambientale, raggiungendo tassi di produzione di CO2 tra i più alti al mondo.

Ma il vento della rivoluzione verde sembra essere arrivato anche nel paese del Sol Levante. È di pochi giorni fa, infatti, la vittoria alle elezioni del capo del Partito Democratico Giapponese Yukio Hatoyama, vittoria che come quella americana si porta dietro una parola che è anche la volontà di un popolo e un programma politico: “cambiamento”.

Cambiamento in Giappone significa soprattutto maggiore attenzione alla tutela ambientale a cominciare dalla riduzione delle emissioni di CO2. Il governo di Yukio Hatoyama si è infatti impegnato entro il 2020 a ridurre del 25% (rispetto ai livelli del 1990) tali emissioni.

Le reazioni nel conservatore Giappone non si sono fatte attendere, con il governo uscente che critica ampiamente sia la cifra (25% contro l’8% proposto dai liberali) che il modo in cui è stata stabilita, ovvero senza confrontarsi con le aziende.

Dal canto suo Hatoyama, forte dei 320 su 480 seggi conquistati, si dice convinto che con la tecnologia già oggi disponibile in Giappone si possa rendere questo obiettivo una realtà e trasformare il Giappone in uno dei leader mondiali della crescente e sempre più redditizia green economy.

Non tutto è oro quello che luccica. Come sempre quando si parla di politici e delle loro promesse elettorali la cautela è d’obbligo. Yukio Hatoyama, sessantunenne, è infatti un vecchio lupo della politica giapponese oltre che membro di una famiglia che a Tokio viene paragonata a quella dei Kennedy per taglio ed importanza; basti pensare che il nonno di Yukio è il fondatore di quella Bridgestone che è il primo produttore mondiale di pneumatici al mondo.

C’è quindi da sperare che alle promesse seguano i fatti e che la storia ed i legami (che si potrebbero chiamare conflitti d’interesse) non impediscano al nuovo premier asiatico di realizzare quel cambiamento verde che i Giappone in tanti da troppo tempo aspettano.

10 Settembre 2009 - Scrivi un commento