L'associazione, esistente già in passato come Organizzazione La Pillola nel centro di Bologna, si trasferisce per diventare La Pillola 400. Quattrocento metriquadrati di open space e spazi all'aperto per riservare a chi ne ha necessità attrezzature adatte per le esigenze lavorative.
Uno dei responsabili del progetto di coworking, Ludovico Pensato, riesce attraverso due grandi occhi scuri a comunicare molto più di quanto non vorrebbe oltre il progetto stesso. Gli occhi gli brillano mentre parla delle progettualità, nonostante ammetta la difficoltà oggettiva che l'Associazione, composta da cinque professionisti, abbia nel comunicare le attività svolte a causa, per il momento, della mancanza di tempo.
In effetti lo spazio è enorme, aperto alla creatività e al rispetto dell'altro. Uno spazio nuovo, che fu centro SNAI, ora una nuova scommessa per un progetto, a mio avviso, vincente.
Dietro spazi “privati” costruiti attraverso la sperimentazione degli oggetti, si scorgono i coworker. Per ora sette quotidiani frequentatori, giovani, tra i trenta e i quarant'anni, che si trovano a lavorare su cose estremamente diverse: certificazioni energetiche e fertilizzanti chimici, grafica e diritto penale, conteggi da commercialista con gli spazi e i colori di un'agenzia di viaggi. Insieme, perchè il lavoro è senz'altro diverso per le tematiche trattate, ma le idee, le idee aiutano a prescindere dall'ambito. Sono spunti per riflessioni e contatti con realtà diverse dalla propria.
All'ingresso è posta una zona bar, dove è ancora più facile scambiare idee, parole, supposizioni, magari nella pausa pranzo. Gli orari sono da ufficio: dalle 8.30 alle 19.30 dal lunedì al giovedì. Il venerdì Lapillola400 resta aperta fino alle 24.00 con concerti, teatro, performance, incontri letterari alla sera. Il martedì sera, invece, c'è la possibilità di andare a prendere il proprio cesto di frutta e verdura, in quanto l'Associazione ha un piccolo Gruppo di Acquisto a cui si può prender parte.
Le persone che vivono con passione quei quattrocentometriquadrati donano anima al luogo: appare estremamente vivo e partecipato, alternativa al non-luogo.
La quota mensile è accessibile (30euro giornata di coworking con utilizzo attrezzature, settimana 100euro con sala riunioni compresa, 250euro per un mese sala riunioni compresa) per l'atmosfera e i servizi disposti (tutti i supporti necessari per il lavoro di ufficio, una sala riunioni, la possibilità di pranzi di lavoro, ecc) .
Una “piccola” difficoltà, che comunque contrassegna il nostro Belpaese quando si aprono nuove prospettive, è la titubanza verso il nuovo, verso la possibilità che un'alternativa possa esserci e sia possibile. Molti sono quelli che pensano sia meglio lavorare da soli, nel proprio spazio, senza uscire dai propri schemi.
In questo atteggiamento ritrovo un difetto di presunzione e chiusura: è attraverso l'alterità che comprendiamo meglio le cose, ma soprattutto noi stessi. In una società che quasi ci obbliga a lavorare (almeno) otto ore al giorno avere la possibilità di scambiare opinioni e sguardi mi sembra una piccola via di fuga per non diventarne succube.
Andare oltre l'apparenza della diversità e le barriere imposte del lavoro. Siamo comunque un gruppo di persone estremamente diverse e singole, ma per lavorare l'una accanto all'altra ci premuniamo di buon senso e questo mi sembra già un ottimo presupposto.
COHOUSING: Andiamo a vivere insieme… In Italia!?
30 Giugno 2009 - Scrivi un commento