"Si tratta di un film girato per sostenere la candidatura di Monsieur Bové e di Monsieur Cohn-Bendit [del partito Europe Ecologie]” sostiene il presidente del Fronte nazionale Jean-Marie Le Pen. E' "una manipolazione", assicura Marine, figlia e vice del leader di estrema destra. Il documentario ecologista è stato trasmesso sul canale nazionale France 2, solo due giorni prima delle elezioni. È stato visto da otto milioni di francesi e in seguito le liste ecologiste hanno avuto un buon successo.
Il 5 giugno però, data di diffusione del film, era la giornata mondiale dell’ambiente. Bertrand stesso precisa che la trasmissione "era stata pianificata da due anni". Il documentario è andato in onda in più di 130 paesi del mondo intero; improbabile, quindi, che si trattasse di un tentativo di manipolare le elezioni europee.
“Considerando oggetto e termini del documentario, la sua diffusione non ha infranto il principio di pluralismo, né l’esigenza di equità che si impone ai media audiovisuali in periodo elettorale”, assicura il Consiglio Superiore dell’Audiovisione francese (Nouvel Observateur del 10/6).
Quali sono dunque “oggetto e termini” del film?
La voce fuori campo racconta la storia del pianeta, prima e dopo il nostro intervento: “Quattro miliardi di anni fa iniziò la vita […] milioni di anni dopo apparse l’homo sapiens, e in soli 200.000 anni scombinò l’equilibrio di tutti gli esseri viventi”. Manca però un tono di accusa, onnipresente nelle opere che riguardano l’ambiente. La musica evoca talvolta timore, mai rabbia.
Le vedute aeree di giungle urbane e monumenti naturali distrutti fanno scorrere qualche lacrima, ma non lasciano spazio ad immagini brutali. In uno squarcio su Dubai, ad esempio, viene mostrata la base di un grattacielo: lentamente la videocamera sale, la musica aumenta, ma quando si è raggiunta la fine del grattacielo manca la parte terminale dell’edificio, ancora in costruzione come la metropoli stessa. Dubai rappresenta la tipica “città orientale a modello occidentale: lontanissima dalla natura, ma enormemente dipendente da essa”.
Il film affronta i problemi più urgenti, dall’energia all’agricoltura, dal petrolio alla carne bovina, dai trasporti alla pesca, dalla scomparsa dei ghiacciai a quella della biodiversità.
“Stiamo distruggendo l’essenziale per creare il superfluo”, avverte la voce pacata.
La scritta sparisce e ne compare un’altra: “Un miliardo di persone soffre perennemente la fame”, mentre la metà dei cereali prodotti nutre mucche e motori (sotto forma di biocarburanti).
“È troppo tardi per essere pessimisti” è la frase centrale, ripetuta numerose volte. “Viviamo in un periodo cruciale: gli scienziati ci dicono che abbiamo dieci anni per cambiare stile di vita”.
Negli ultimi dieci minuti Jacques Gamblin cambia modulazione: parla in prima persona. Dice di aver visto coi propri occhi pannelli fotovoltaici, turbine eoliche e serpenti marini. Appaiono paesaggi con sole, vento e onde, con tanta speranza.
14 Giugno 2009 - Scrivi un commento
quando ho scritto l'articolo non ero a conoscenza della sponsorizzazione di cui parli. Grazie per il tuo contributo.
Elisabeth