Ma... c'è un aspetto di quest'isola che mi ricorda molto un film di qualche anno fa, che ho trovato estremamente interessante e significativo, La Sottile Line Rossa. In questo film, il tema apparente è la guerra nelle Filippine, ma la situazione non viene tanto vista dal punto di vista degli uomini che combattono la loro guerra, quanto piuttosto da quello della natura dell'isola che assiste, spesso con indifferenza, ai massacri ed alla follia del genere umano.
Ora, arrivando su quest'isola, una delle prime cose che ci è stata detta è che su di essa è presente una base militare "per la vostra sicurezza", una postazione della polizia "ancora per la vostra sicurezza"... il tutto, su un’isoletta di cui è possibile fare l'intero periplo in circa 15 min a piedi, un vero è proprio fazzoletto di terra. Abitato da una quarantina di turisti oltre che dal personale del resort… e dai citati militari/poliziotti.
Ed è strano veder passare spesso i militari, specialmente di notte, con le loro torce a perlustrare la spiaggia; è strano veder arrivare ogni tanto dei motoscafi carichi di persone armate che sbarcano e scompaiono nella piccola “giungla” che c'è al centro dell'isola, un boschetto impenetrabile non molto più grande di un campo di calcio….
Ma la cosa affascinante, che mi ha spinto a queste riflessioni, è come la natura circostante sia, esattamente come nel film citato, assolutamente indifferente ai giochi bellici di un'umanità troppo spesso ancora ferma all'esibizione muscolare dell'adolescenza patriarcale. I coralli, le tartarughe, i pesci tropicali, tutto definisce un perfetto Eden che non viene assolutamente scalfito dalle follie di quella scimmia chiamata essere umano.
Ora, con una forma di analogia, è possibile riferire tutto questo alla propria esistenza, alle proprie "guerre" personali, ai propri "nemici" individuali, interiori od esterni, e chiedersi quale importanza essi possano avere, al di là della sfera del proprio ego. In questo modo, in un'ottica molto vicina a quella proposta da molte tradizioni matriarcali, ci si può rendere conto che la realtà continua a fluire comunque nel suo viaggio verso l'armonia, al di là di quella che è la percezione soggettiva di ogni individuo.
Questo comporta, ovviamente, avere risolto la propria relazione con tali problemi fino a riuscire quanto meno a depotenziarli, diminuendo consistentemente la presa che possono avere sul proprio vissuto personale: la mente tende ad ingigantirli, come se i propri problemi fossero la chiave di lettura dell'universo. Nella realtà, riconducendoli a sfide ed opportunità da affrontare e con cui confrontarsi nel proprio percorso di crescita, ci si rende conto che al di là di essi c'è una dimensione amorevole molto più grande, che aspetta solo che ci si decida a fare un passo per poterla cogliere e sintonizzarsi con essa.
20 Febbraio 2008 - Scrivi un commento