Nonostante l'appello del presidente Barack Obama, la richiesta di un'azione globale contro i cambiamenti climatici è stata ignorata. I governi non si sono impegnati a finanziare la crescita sostenibile dell'economia a livello locale e internazionale. Il Summit avrebbe dovuto concludersi con la decisione delle nazioni più ricche del G20 di destinare almeno l'1 per cento del loro prodotto lordo a misure "verdi". Mentre il resto dei partecipanti avrebbe dovuto impegnarsi ad accelerare il salto dall'attuale modello di sviluppo - fondato sui combustibili fossili, responsabili dei gas serra - a un futuro centrato sulla sostenibilità delle energie rinnovabili.
"Mentre il mondo cade a picco verso una crisi climatica, i leader del G20 riordinano le sedie a sdraio sul Titanic, mantenendo la stessa rotta verso la catastrofe", continua Sauven. "Un chiaro impegno finanziario verso investimenti e impieghi verdi avrebbe potuto contribuire a metter in moto un'economia sostenibile e ad affrontare i cambiamenti climatici. Il G20 ha deluso il mondo perdendo questa opportunità così vitale per risolvere queste due crisi simultaneamente, in vista del vertice di Copenhagen sul clima che si terrà a fine anno".
Nel lungo periodo, non c'è salvataggio dell'economia senza affrontare il riscaldamento globale, come ha dimostrato anche il rapporto di Nicholas Stern, ex capo economista della Banca Mondiale. Se i leader del mondo non riusciranno a prendere le decisioni necessarie in breve tempo, gli impatti dei cambiamenti climatici costeranno circa il 20 per cento del prodotto interno globale: più che durante la Grande depressione e le guerre mondiali messe insieme. Senza contare i costi in vite umane e l'alto tasso di estinzione di specie animali e vegetali.
2 Aprile 2009 - Scrivi un commento