Questo il commento di Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente, sulla decisione all'unanimità della Conferenza dei Servizi sulla ripresa dell'autorizzazione alla produzione per il parco eolico di Scansano.
"La Regione ha correttamente recepito gli studi effettuati sugli effetti dell'impianto sull'avifauna cancellando il vizio di forma precedentemente segnalato. L'interruzione del servizio - ha sottolineato Gentili - avrebbe rappresentato in negativo il primo caso in Europa e danneggiato gravemente lo sviluppo e la diffusione delle fonti pulite e rinnovabili. Questa decisione, invece, potrà dare nuovo e concreto impulso al settore in tutta l'Italia".
Le oltre 3mila presenze tra cittadini e turisti che fino ad oggi hanno voluto visitare il parco di Scansano confermano poi la straordinaria valenza dell'impianto anche dal punto di vista dell'efficienza energetica, della sostenibilità e del turismo.
14 Gennaio 2009 - Scrivi un commento
Un fiasco annunciato
Nel comunicato del 31/8/2009 avevamo illustrato come dai dati 2008 di GSE il quadro dell’eolico italiano risulti insoddisfacente sotto vari profili. In primis per la resa veramente scarsa, con una media delle ore di produzione di solo 1.413, contro le 2.000 ore ed oltre di altri paesi più vocati dell’Europa, fino alle fantastiche 3.500 della Scozia. E ciò dipende principalmente dallo scarso e variabile regime anemometrico del nostro paese.
Questi dati dicono poco se non si considera che, proprio in quei paesi, il contributo al fabbisogno elettrico arriva fino al 20% in Danimarca, mentre da noi siamo ad un ridicolo 1,4%. Francamente non è giustificabile che si possa puntare su questa tecnologia per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.
Né è giustificabile realizzare centrali idroelettriche nel Sahara, ovvero, fuor di metafora, impianti eolici in Toscana, dove le mappe eoliche CESI indicano ben poche speranze di vento produttivo.
Un caso emblematico è l’impianto eolico Poggi Alti di Scansano (Grosseto), molto chiacchierato anche per il ricorso al TAR e Consiglio di Stato in merito alla realizzazione frontale al castello medievale di Montepò e senza Valutazione di Impatto Ambientale.
Questo impianto ha avuto una genesi e operatività sofferte, non solo per le vicende giudiziarie citate, ma anche per problemi tecnici di vario genere.
Si è passati dalla installazione di una torre a 134 metri di distanza da una abitazione, senza neppure preavviso, alla apertura di strade in terreni agricoli; dall'entrata in esercizio al 20/3/2007, con oltre 3 mesi di ritardo sulla tabella di marcia, alla scarsissima produzione di energia nel 2007; dal fulmine del febbraio 2008 che ruppe una pala, al decreto regionale del 11/11/2008 di sospensione cautelativa dell’esercizio dell’impianto, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato.
Tuttavia, nonostante l'autorizzazione regionale del 5/2/2009 in sanatoria, i problemi non sono finiti. Nel tentativo di superare il problema della scarsa produzione, Poggi Alti s.r.l. sta movimentando 60 pale del parco eolico per sostituire le 30 vecchie con altrettante nuove ritenute in grado di "... potenziare e migliorare la produzione di energia elettrica ..." (La Nazione, 18/8).
Ciò dimostra platealmente che le nostre asserzioni di anni fa' sulla scelta inadeguata del sito sono confermate dai fatti, mentre l’assessore regionale Anna Rita Bramerini affermava, che “… il parco eolico di Scansano rappresenta un esempio virtuoso, … con i suoi 20 megawatt è il più potente e produttivo del centro Italia.” (dal sito della Regione) e sarebbe il caso che si ravveda.
Nel 2007, a fronte dei sempre millantati 40 GWh annui di elettricità prodotta, da Poggi Alti ne furono immessi in rete solamente 21,418 GWh (utili a solo 3.800 persone) su 287 giorni di operatività, pari a circa 27,24 GWh su 365 gg.
Tuttavia, come sa qualsiasi navigante a vela, con la bonaccia la barca non cammina neppure con lo spinnaker!!! Paventiamo che anche con pale differenti il problema persista.
Ma veramente vogliamo spremere sangue da una rapa, quando lungo la costa tirrenica la ventosità è nettamente superiore, garantita, e con gli impianti offshore si possono ottenere risultati superiori? Ne abbiamo proprio bisogno in Toscana con oltre 35% di elettricità da rinnovabili?
Stante che con gli impianti attuali in Italia non si supera il rendimento del 16%, perché non percorrere alternative molto più produttive, come il solare termodinamico (circa 30%) o il geotermico di terza generazione (circa 80%)?