Gli iceberg rischiano di sparire entro il 2012

Lo scioglimento dell’Artico procede a un ritmo più veloce del previsto. Rispetto all'ultima stima, la dead line è stata accorciata di 28 anni. Bisogna intervenire subito.

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di Emanuela Graziani


Una delle maggiori preoccupazioni per la salute del nostro pianeta è la notizia dello scioglimento dei ghiacci polari. Alcuni studi condotti dagli scienziati del settore rivelano infatti che, mentre la superficie dei ghiacci artici sta diminuendo, quella dei ghiacci antartici sta aumentando. E’ quanto si apprende dopo uno studio di alcuni climatologi della Nasa, secondo i quali i ghiacci dell’Artico si stanno sciogliendo più velocemente di quanto era stato previsto in una precedente analisi condotta da due scienziati statunitensi. Questi ultimi avevano stabilito in uno studio eseguito attraverso proiezioni matematiche che il ghiaccio dell’oceano artico si sarebbe sciolto entro il 2040. L’ultima analisi è stata spostata addirittura al 2012.

Lo scioglimento dell’Artico procede a un ritmo più veloce del previsto. Le precedenti stime hanno dovuto fare i conti con la scomparsa, nell’ultimo anno, di ben 4,13 milioni di chilometri quadrati di ghiacciai. All’origine del fenomeno vi sono, infatti, i tanti flussi di acqua più calda del normale che arriva dall’oceano Pacifico e da quello Atlantico, sintomo dell’inquinamento diffuso delle acque marine. “Ritengo che gli attuali modelli climatici”, ha dichiarato il Professore Maslowski della American Geophisical Union, “non tengano nel giusto conto la quantità di calore trasportato alle acque ghiacciate dalle correnti oceaniche”.

Se non saranno presi immediati provvedimenti al fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai vi saranno conseguenze molto gravi per l’intera popolazione. L’innalzamento della temperatura e dunque la scomparsa delle zone polari farà aumentare il livello del mare con effetti a catena: aumento di inondazioni e precipitazioni, fiumi in piena, riduzione della disponibilità di acqua dolce ed epidemie di colera e malaria. L’aumento delle ondate di caldo, spesso accompagnato da maggiore umidità e inquinamento è un fenomeno già registrato nei maggiori centri urbani dell’Europa occidentale e gli alluvioni degli ultimi anni sono la conferma della grave situazione di malessere del nostro pianeta. L’innalzamento della temperatura determinerà così cambiamenti climatici che a loro volta si rifletteranno sulla capacità di sopravvivenza della specie umana.

29 Gennaio 2008 - Scrivi un commento
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