Una prima vittoria verso una rivoluzione tecnologica che ci salverà anche dalla crisi economica globale.
“Promuoviamo l’Europa a pieni voti, questo accordo fissa l’inizio di un futuro energetico pulito di cui trarrà beneficio l’ambiente e l’economia - afferma Frauke Thies, responsabile per le rinnovabili di Greenpeace a Bruxelles. - L’unico aspetto negativo riguarda l’ostinazione europea a promuovere l’utilizzo su ampia scala dei biocombustibili senza imporre clausole di salvaguardia ambientale necessarie a contrastare la devastazione causata da pratiche agricole insostenibili” continua Thies.
La Direttiva impone obiettivi vincolanti per ogni Paese europeo per produrre il 20 per cento dell’energia primaria da fonti rinnovabili entro il 2020. Si prevedono nuove politiche di supporto per lo sviluppo delle energie rinnovabili nel settore della produzione di elettricità, calore, e nei trasporti.
L’obiettivo di raggiungere una quota del 10% di biocarburanti al 2020 è stato indebolito, ma la Direttiva non fornisce ancora garanzie di sostenibilità soddisfacenti.
“Alcuni leader europei mostrano di voler avviare una rivoluzione energetica pulita in Europa, ma non è questo il caso dell’Italia - afferma Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e Clima in Italia. - Quello del governo Berlusconi appare invece un tentativo per destabilizzare le negoziazioni europee a difesa di particolari interessi industriali ignorando i benefici per i cittadini italiani, l’ambiente e l’economia”.
Il nuovo rapporto di Greenpeace “Energy [R]evolution – Europa” mostra chiaramente che puntare su fonti rinnovabili e misure di efficienza energetica permetterà di risparmiare circa 500 miliardi di euro nella spesa di combustibili fossili da oggi fino al 2020.
Il Rapporto, elaborato dall’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), è una dimostrazione di come l’Europa può centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra al 2050 facendo a meno di carbone e nucleare.
9 Dicembre 2008 - Scrivi un commento