Con questa motivazione, Legambiente ha inviato oggi una lettera al Ministro per l’Agricoltura Zaia, per ribadire la necessità di reinserire nella bozza di Ddl sull’energia elettrica da biomasse attualmente in circolazione, il concetto di filiera corta introdotto nella legge finanziaria del 2008 ma non ancora applicato per mancanza del relativo decreto attuativo e di non penalizzare i cerealicoltori che speravano di inserire nelle loro rotazioni agrarie colture oleaginose come il girasole, il colza e la Brassica carinata già felicemente sperimentata in Sicilia e in gran parte del centro Italia.
“Inoltre le filiere agricole che producono biomassa liquida, olio ed etanolo, si salveranno dalla chiusura dei loro impianti di potenza inferiore al MW, solo se nel decreto attuativo l’olio vegetale puro non modificato chimicamente sarà definito come biomassa e non biocarburante – si legge nella lettera - le imprese agricole hanno investito in questa filiera, e sarebbe paradossale se la norma incentivasse i grandi impianti che utilizzano olio vegetale proveniente dall’estero e portasse invece alla chiusura e al fallimento i nostri agricoltori”.
"Pur consapevoli delle problematiche che l’introduzione del concetto di “filiera corta” nella nostra normativa ha aperto a livello comunitario, apparentemente scontrandosi con gli articoli 81 ed 82 del Trattato – continua la lettera - riteniamo che l’idea di filiera corta nello spazio territoriale vada comunque salvaguardata come concetto fondamentale di ecosostenibilità della produzione di energia rinnovabile da biomasse e così difesa anche a livello europeo”.
Le filiere agroenergetiche ecosostenibili, che garantiscono un bilancio energetico positivo e la riduzione standard delle emissioni di gas a effetto serra almeno del 35%, con colture coltivate nel rispetto delle buone pratiche agricole che possono essere utili ai fini della fissazione del carbonio, debbono essere sostenute anche per appoggiare gli agricoltori italiani nel loro difficile sforzo in questo periodo di crisi economica.
La lettera di Legambiente si conclude quindi con rinnovare al Ministro la disponibilità di Legambiente a collaborare con i tecnici del Ministero al fine di trovare la più vantaggiosa formulazione del decreto attuativo.
11 Novembre 2008 - Scrivi un commento