“I paesi del G8 sono responsabili del 62% dell’anidride carbonica accumulata nell’atmosfera terrestre il che li rende i principali responsabili dei cambiamenti climatici e la parte più consistente del problema” - dichiara Kim Carstensen, Direttore del Programma Globale Clima del WWF - “Il WWF trova patetico il loro modo di schivare ancora le proprie responsabilità e il rifiuto a trasformarsi dalla principale causa del problema, in risolutori del problema stesso. Confermare gli esiti dello scorso anno è un risultato non degno di nota”.
Il WWF nei giorni scorsi aveva ricordato ai leader del G8 che il mondo scientifico sottolinea espressamente il bisogno urgente di tagliare le emissioni globali molto più del 50% entro il 2050, per evitare le conseguenze più catastrofiche dei mutamenti climatici. Per arrivare all’obiettivo che tutti dovrebbero perseguire, vale a dire rallentare e fermare i cambiamenti del clima, le emissioni devono raggiungere il picco e cominciare a decrescere entro i prossimi 10-15 anni. Per questo i paesi ricchi, come deciso a Bali, devono ridurre le emissioni tra il 25% e il 40% entro il 2020. Ma questo obiettivo di medio termine, cruciale per salvaguardare il mondo come lo conosciamo e milioni di vite umane, non è contenuto nel comunicato finale del G8.
Anche per Greenpeace l’accordo sul clima raggiunto dal G8 per ridurre le emissioni di gas serra del 50% al 2050 è solo un patetico slogan senza sostanza.
“L’accordo, infatti, non indica alcun anno di riferimento rispetto a cui si vuole operare tale riduzione, e non ha alcun obiettivo intermedio vincolante, come invece richiesto all’interno delle negoziazioni delle Nazioni Unite” afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Per salvare il Pianeta dai peggiori impatti dei cambiamenti climatici occorre che i grandi del mondo decidano di fissare un obiettivo di riduzione di almeno il 50% al 2050 rispetto ai livelli del 1990 a livello globale. Questo vuol dire che i Paesi industrializzati dovranno operare abbattimenti superiori all’80%.”
Legambiente, infine, si chiede perché rimandare la soluzione a domani quando i mutamenti climatici sono un problema già in atto.
“Risparmio energetico, mobilità sostenibile, fonti rinnovabili: le strade da percorrere per combattere il mutamento climatico sono già chiare, perché allora spendere altro tempo nel parlare, mentre potremmo intervenire concretamente? Prefissarsi obiettivi sempre più lontani nel tempo, senza darsi scadenze intermedie – afferma Maurizio Gubbiotti, responsabile internazionale di Legambiente – è, infatti, solo un modo per evitare di affrontare subito l’effetto serra, condannando così intere comunità agli effetti del cambiamento climatico.
Il Perito Moreno
Nel frattempo, nel pieno dell’invero australe, il ghiacciaio Perito Moreno si sta sciogliendo a vista d’occhio.
E i politici di tutto il mondo parlano. Parlano. Parlano.
8 Luglio 2008 - Scrivi un commento